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Terrorismo, espulso imam radicale nel Vicentino: chiamò la figlia ‘Jihad’

Era un “intransigente radicale e faceva predicazioni invasive e violente di matrice salafita”. Inoltre “faceva rituali magici a pagamento”. Per questi motivi l’imam di Noventa Vicentina, Mohammed Madad, marocchino del 1964, è stato espulso dall’Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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Tra le altre cose aveva chiamato una delle sue figlie Jihad. Un imam marocchino di 51 anni, Mohammed Madad, residente fino a sei mesi fa nel Reggiano e di recente nel Vicentino, è stato espulso su provvedimento del ministro dell'Interno per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato. Il motivo principale del provvedimento sarebbero stati i suoi sermoni e la sua vicinanza all’ideologia estremista di matrice salafita. Madad è alla guida del Centro di preghiera e cultura islamica "Asonna" di Noventa Vicentina, dove è arrivato nel dicembre dello scorso anno dalla provincia di Reggio Emilia. La Digos di Vicenza, in collaborazione con quella di Reggio Emilia, lo aveva messo sotto controllo “per il suo atteggiamento rigido e intransigente” che aveva “suscitato malcontento tra gli stessi fedeli e frequentatori della moschea” scrive il Giornale di Vicenza. Il sospetto è che potesse anche agevolare il terrorismo internazionale.

Sembra che una volta trasferito nel Vicentino sia avvenuta una progressiva radicalizzazione dell'imam, come accertamenti dalla polizia. la “Madad ha avviato un processo di radicalizzazione con sermoni molto duri e con un approccio educativo anche violento verso i minori. Nei confronti dei suoi stessi figli maschi imponeva comportamenti rigidi e intolleranti con punizioni corporali e maltrattamenti per farli diventare dei buoni musulmani” evidenzia ancora il giornale locale. La comunità gli avrebbe chiesto di prendere le distanze dagli attentati di questi mesi; ma Madad avrebbe anche giustificato le stragi. L'uomo ieri sera è stato imbarcato a Fiumicino su un volo Alitalia per il Marocco.

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