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Isis, capo polizia NYC: “Mai così a rischio da 11/09”. Obama: “Li distruggeremo”

“E’ il periodo più pericoloso mai visti dall’11 settembre di tredici anni fa”, dice Bill Bratton, secondo cui la minaccia terroristica in Occidente è destinata solo ad aumentare. Obama: “Il mondo si unisca a noi in questa lotta al cancro dell’estremismo”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Siamo forse nel periodo più pericoloso mai visto dall'11 settembre di tredici anni fa": a lanciare l'allarme stavolta è il solitamente prudente capo della polizia di New York, Bill Bratton, secondo cui “la minaccia terroristica in questo Paese, in questa città è destinata sfortunatamente ad aumentare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi". Già qualche giorno fa Bratton aveva manifestato preoccupazione per la crescente tensione alimentata dalle minacce dello Stato Islamico (anche nei confronti di Roma). NYC "è entrata in una nuova era" in cui sono prevedibili “attacchi terroristici, anche da parte di cittadini americani reclutati dai jihadisti”. Quest'ultima possibilità – spiegava Bratton – "è davvero reale", e aumenta notevolmente “man mano che chi ha combattuto al fianco dell'Isis in Siria e in Iraq torna negli USA”. Anche il ministro degli Interni, Jeh Johnson, ha sottolineato in Congresso la necessità di "restare vigili" in questa fase calda. Non è un certo caso se dopo i deliranti messaggi online dell’Isis sono state rafforzate le misure di sicurezza nella Grande Mela, specialmente nell'area di Times Square, ma anche sul Ponte di Brooklyn e nelle stazioni della metropolitana.

Obama: "Isis va distrutto, mondo si unisca a noi"

"Il gruppo terroristico conosciuto come l'Isis deve essere distrutto", è perentorio il presidente americano, Barack Obama, intervenendo all'assemblea dell'Onu. Già "40 paesi si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione" dice il numero uno della Casa Bianca ,che chiede "al mondo di unirsi al nostro sforzo". Esclusa ogni ipotetica trattativa: "Nessun Dio perdona questo terrore. Non si può ragionare, non si può negoziare con questo marchio del male" dice Obama, sottolineando l'intenzione di "non inviare truppe americane a occupare terre straniere", "lavoreranno con un'ampia coalizione per smantellare questa rete della morte", ovvero l'Isis. Gli Stati Uniti "non saranno mai in guerra contro l'Islam" precisa poi il presidente Usa. "L'Islam insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese. Non è uno scontro di civiltà". Quindi fa un appello ai musulmani: respingete con forza l'ideologia di Al Qaida e dell'Isis.

Seconda notte di raid Usa contro l’Isis

Nel frattempo gli Usa continuano a bombardare le postazioni dell’Isis in Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che cinque raid hanno colpito diversi obiettivi nella città di Albu Kamal e le aree a essa circostanti, al confine con l’Iraq. “Li abbiamo fermati”: così il segretario di stato americano, John Kerry. In una lettera al segretario generale delle Nazioni Uniti l'ambasciatore americano, Samantha Power, ha ricordato che le incursioni vengono condotte in base al diritto di autodifesa, poiché “il regime siriano ha dimostrato che non può e non vuole eliminare in maniera efficace i rifugi” dell'Isis. Oggi intanto comincia l’Assemblea generale dell’Onu, che avrà nella minaccia dello Stato islamico uno dei punti centrali

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