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Blitz contro rete di Al Qaeda in Italia: “Indizi di un possibile attentato in Vaticano”

La base operativa del gruppo terroristico era in Sardegna, persone arrestate in sette province.
A cura di Antonio Palma
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Massiccia operazione delle forze dell'ordine dalle prime luci di questa mattina contro un network terroristico di matrice islamica affiliato ad Al Qaeda ma che operava stabilmente in Italia. In particolare, secondo le indagini della polizia, la base operativa della presunta cellula terroristica si trovava in Sardegna dove sono scattati anche diversi arresti. L’indagine che ha portato all'esecuzione delle misure di custodia cautelare è stata coordinata dalla procura distrettuale di Cagliari e condotta dal Servizio operativo antiterrorismo della Polizia di Stato. Le operazioni hanno coinvolto sia gli agenti dell'antiterrorismo in Sardegna sia le Digos di sette province nelle quali sono state poi arrestate diverse persone ritenute appartenenti alla rete terroristica.

L'organizzazione di matrice islamica predicava regolarmente la lotta armata contro l'occidente, ma secondo le prime informazioni aveva anche organizzato attentati sanguinari in Pakistan per destabilizzare il governo locale. Secondo quanto trapelato, infatti, tra le persone arrestate ci sarebbero anche alcuni uomini ritenuti tra i responsabili della strage del mercato di Peshawar avvenuta nel 2009 in cui vennero uccise  più di cento persone. Secondo gli inquirenti, la strategia degli atti terroristici era quella di intimidire la popolazione locale e di costringere il governo pakistano a rinunciare al contrasto alle milizie talebane e al sostegno delle forze militari americane in Afghanistan. La stessa rete era anche impegnata nel traffico di migranti pakistani e afghani che venivano introdotti illegalmente in Italia per poi proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. L'ingresso in Italia avveniva attraverso imprenditori compiacenti che fornivano falsi contratti di lavoro oppure con documenti falsi da cui i migranti risultavano vittime di persecuzioni etniche o religiose.

Tra le ipotesi degli inquirenti anche quella che il gruppo stesse progettando un attentato in Vaticano. Dalle conversazioni intercettate infatti è emersa la presenza in Italia di un kamikaze. Il capo della procura della Repubblica di Cagliari che ha coordinato le indagini, Mauro Mura, però ha voluto precisare che la circostanza al momento non è "oggetto di contestazione" nei confronti degli arrestati perché mancano le prove certe. Gli arrestati infatti devono rispondere, a vario titolo, di atti terroristici all'estero e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con la quale si autofinanziavano. Per quanto riguarda gli arresti, in totali le richieste sono state 20, di cui 9 eseguite nei confronti di otto pachistani e un afgano, mentre altri sospetti sono ancora ricercati, forse emigrati dal territorio italiano. Dei nove arrestati, tre sono stati bloccati a Olbia, due a Civitanova Marche e gli altri a Bergamo, Roma, Sora (Frosinone) e Foggia, il ruolo principale era ricoperto da un imam che viveva a Bergamo.

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