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Terremoto, M5s: “Messa in sicurezza va fatta prima delle tragedie e fuori dalle emergenze”

“La sfida più grande che ci viene posta è una sfida che nessun Paese al mondo fronteggia: quella di mettere in sicurezza un patrimonio artistico inestimabile, antichi borghi, costruzioni secolari o millenarie che rappresentano il nostro tesoro nazionale insieme ai loro abitanti”, si legge in un post sul blog.
A cura di C. T.
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A woman stands in front of a collapsed house following an earthquake in Accumuli di Rieti, central Italy, August 24, 2016. REUTERS/Steve Scherer

A una settimana dal terremoto che ha devastato il centro Italia, il Movimento 5 stelle ha scritto un post sul blog nel quale dà conto delle proposte per una messa in sicurezza preventiva del territorio. Servono "risposte tecniche, piani articolati, sistemi di messa in sicurezza che siano capaci di guardare al futuro e di spezzare il loop", si legge nell'articolo.

Siamo ancora tutti sconvolti per la tragedia del terremoto che ha colpito Amatrice, e il Paese intero è costretto a chiedersi ancora una volta: si poteva prevenire questo disastro? Si poteva fare qualcosa PRIMA, in modo che danni e vittime fossero in numero almeno più contenuto se non irrisorio? Sono domande che da anni ci poniamo, quando il terremoto colpisce puntualmente il nostro territorio destinato dalla geologia ai flagelli sismici. Domande alle quali non c'è mai una risposta sensata, condannati come siamo a un loop di stupore/disgrazia/stupore che somiglia sempre più ad un brutto incubo.

Le "agevolazioni fiscali (ovvero, miseri abbuoni sulle tasse per gente che ha perso tutto)"o le "sospensione dei mutui (che verranno richiesti senza pietà dopo qualche mese o anno, su case ormai ridotte in polvere)" non sono altro secondo il M5s "pannicelli caldi": "E poi si è coniata la magica locuzione ‘dopo-terremoto', astutamente messa lì – fateci caso – a sostituire la parola ‘ricostruzione' che fa venire i sudori freddi a qualsiasi governo".

Non siamo più ai tempi del Friuli, nel 1976, quando il Paese spese l'equivalente di 18 miliardi di euro per ricostruire case e paesi degli indomiti friulani: oggi si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più. O meglio: esiste solo per andare a pietire due soldi di sforamento in Europa, sforamento che ci viene prontamente negato perché le aree colpite non sono industrializzate, non fanno PIL, insomma i borghi del ‘300 non valgono nulla agli occhi dei burocrati europei.

M5s ha proseguito dicendo di aver "sempre lavorato in questo senso, provando in tutti i modi a inserire negli insensati interventi legislativi del governo emendamenti, mozioni, ordni del giorno, tutti tesi ad amministrare e gestire il rischio. Perché siamo consapevoli che il più grande cantiere del Paese (contrariamente a quello che pensa la "premiata ditta" Delrio&Vespa) non è l'intervento post sismico ma la messa in sicurezza del nostro territorio". Nel post si citano quindi la proposta di legge sul dissesto idrogeologico e il rischio sismico, "emendamenti per la mappatura degli edifici a rischio", la proposta di un ufficio tecnico in ogni comune con la presenza di almeno un geologo, una risoluzione con cui è stato proposto "che si impartisse la cultura del rischio per chi vive in zone sismiche (come si fa ad esempio in Giappone dove i terremoti sono di entità ben maggiore dei nostri)", e alcuni provvedimenti contenuti nella legge delega per la riforma della Protezione civile: "forme di microcredito agevolato utilizzabili per favorire il superamento dello stato di emergenza, introduzione del concetto di filiera corta nell'ambito del reperimento delle forniture di beni di prima necessità, di servizi e di materiali necessari nelle diversi fasi dell'emergenza".

Abbiamo anche dato spazio alla ricerca nel settore della difesa dai disastri naturali, introducendo la partecipazione e la collaborazione delle università e degli istituti di ricerca alle attività di protezione civile. Inoltre è stato accolto il nostro emendamento sulla revisione e valutazione periodica dei piani comunali di protezione civile. Tutte iniziative importanti a cui chi governa e detiene la maggioranza non ha dato seguito. Basti pensare che nello Sblocca Italia sono state inserite detrazioni fiscali anche per la messa in sicurezza sismica degli edifici…ma come al solito mancano le circolari ed i decreti attuativi o le linee guida con cui capire come classificare gli edifici al fine di usufruire delle detrazioni!

Secondo il M5s "la sfida più grande che ci viene posta è una sfida che nessun Paese al mondo fronteggia: quella di mettere in sicurezza un patrimonio artistico inestimabile, antichi borghi, costruzioni secolari o millenarie che rappresentano il nostro tesoro nazionale insieme ai loro abitanti. Non esistono Giappone o California che debbano affrontare una sfida simile. La possibilità di vincerla l'abbiamo: i nostri ingegneri, architetti, geologi sono più che all'altezza. Il M5S, "quando sarà al governo, li metterà al lavoro fuori dalle emergenze e da golosi appalti, perché una volta per tutte non si parli mai più di immani tragedie ma solo di sismi".

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