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Terremoto L’Aquila, la Protezione civile rivuole i soldi dai parenti delle vittime

Dopo la sentenza di assoluzione per la Grandi rischi, chiesti indietro 2,5 milioni di euro di risarcimento.
A cura di Antonio Palma
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Amara sorpresa questa Pasqua per alcuni dei fami­liari delle vit­time del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009. A pochi giorni dal sesto anniversario del disastro, la Protezione Civile infatti ha inviato un "atto di messa in mora e intimazione di pagamento" ai familiari delle vittime in cui viene chiesta la restituzione dei soldi delle provvisionali decise a suo tempo dal giudice dopo la condanna in primo grado dei sette membri della commissione Grandi Rischi. Nel 2012, infatti, i com­po­nenti della com­mis­sione Grandi Rischi furono condannati per omi­ci­dio e lesioni col­pose per aver sottovalutato il rischio di un grave terre­moto rassicurando la popolazione e lo Stato fu condannato a risar­cire immediatamente i familiari delle vittime. Alcuni di loro incassarono il dovuto, ma nel novembre scorso il ver­detto è stato ribal­tato in appello e ora la Protezione civile rivuole subito indietro quei soldi senza attendere la decisione della Cassazione, alla quale è stato presentato ricorso.

L'atto di messa in mora

"Alla luce della pro­nun­cia della Corte d’appello del 12 novem­bre 2014, in par­ziale riforma della prima sen­tenza… si invita e si diffida alla restituzione delle somme percepite e a corrispondere senza indugio e, comunque entro 30 giorni dal ricevimento della presente, alla presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento della Protezione civile, l’importo" si legge nell’atto firmato direttamente dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. Alla somma sbor­sata ven­gono aggiunte anche le spese legali, pari ad oltre 5 mila euro, e gli inte­ressi cal­co­lati dal momento della sentenza di primo grado fino al 28 febbraio 2015. . Nell'intimazione della Protezione civile inoltre si avverte che in caso di ritardo o di inadempimento del pagamento, si pro­ce­derà per il recu­pero forzato del cre­dito. "Il ver­sa­mento dovrà essere effet­tuato mediante boni­fico a favore della Banca d’Italia… sul conto cor­rente… inte­stato alla Pre­si­denza del Con­si­glio dei mini­stri" spiega ancora la nota, sottolineando che "al fine di com­pro­vare il paga­mento l’originale o copia della quie­tanza di ver­sa­mento dovrà essere tra­smessa immediatamente allo scri­vente Dipar­ti­mento ed anti­ci­pata a mezzo fax…".

Gabrielli: "Fummo solerti anche a pagare"

Dopo le proteste delle famiglie delle vittime interessate dall'atto, Gabrielli si è difeso spiegando che le somme sono state pagate subito dopo la sentenza di primo grado e così adesso la protezione civile le rivuole subito indietro. "Come funzionario ho dalla mia una tempestività mai vista nell'applicazione della sentenza di primo grado senza aspettare la Cassazione: mi sembra ingiusto, perciò, che oggi si dica che dopo la sentenza di secondo grado avremmo dovuto attendere la Cassazione" ha dichiarato infatti Gabrielli, spiegando: "Non abbiamo chiesto indietro 7,8 milioni (il totale delle somme disposte dal giudice), ma abbiamo richiesto indietro, e sono circa 2 milioni, le somme solo per le persone per le quali non sono state riconosciute in secondo grado le responsabilità".

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