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Terremoto L’Aquila: dopo quattro anni aumentano i casi di depressione

A quattro anni dal sisma molti abitanti del capoluogo abruzzese sono stati colpiti da depressione e forme più lievi di disagio a seguito della mancanza di fiducia nel futuro. Questo è quanto emerge da uno studio condotto per una ricerca dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila.
A cura di Antonio Palma
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L'Aquila 4 anni dopo, depressione

A quasi quattro anni dal sisma che colpì L’Aquila nel 2009 gli abitanti si portano ancora addosso i segni evidenti di quella tragedia.  Sono aumentati i casi di depressione che hanno colpito il 60% della popolazione locale, ma molti altri manifestano segni di malessere e di scarsa speranza per il futuro. Questo è quanto rivela Ranieri Salvadorini nel reportage del prossimo numero di Mente&Cervello, elencando i dati che sono stati raccolti per una ricerca dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila. Gli abitanti  aquilani fanno fatica a ritrovare se stessi soprattutto perché non c'è più vita sociale e occasioni di aggregazione spiega Salvadorini. Il crescente disagio psicologico non riguarda solo coloro che hanno perso familiari, ma anche coloro che non hanno più una casa e vedono la loro città ancora sotto le macerie. In pratica queste persone non avendo più luoghi di ritrovo e vivendo “in agglomerati anonimi e asettici, nei quali è impossibile recuperare la propria identità” non riescono più a vedere un futuro. Secondo gli psicologi intervistati, oltre al dolore per le perdite subite si è aggiunto una situazione in cui tutto era organizzato e controllato da altri nei minimi dettagli senza lasciare agli aquilani la possibilità di assumersi le responsabilità di ripartire.

Molti hanno vissuto il tutto come un esilio, non hanno avuto il tempo per elaborare il dolore e si sono sentiti oppressi dai numerosi divieti imposti nelle tendopoli.  “Il divieto di fare visita ai propri cari se sprovvisti di documento d'identità, il divieto di fare assemblee o di ritrovarsi, il divieto di fare visita oltre un certo orario" sono soltanto alcuni degli obblighi da rispettare che non hanno certo aiutato psicologicamente le persone che avevano bisogno di ricostruire quel senso di comunità, quella rete sociale che da un momento all’altro si era disgregata. Infine secondo gli psicologi anche le promesse non mantenute dai politici e la rappresentazione delle cose fornite dai mass media hanno peggiorato lo stato d’animo degli abitanti. “Quando in certe trasmissioni si sentiva dire che gli aquilani stavano bene, molti vivevano l'ingiustizia di vedere negato il proprio disagio concreto” dichiarano gli psicologi. Tutto questo ora ha reso la situazione all’Aquila davvero complicata perché a molti bisogna ridare quella fiducia nel futuro che hanno perso.

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