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Terremoto, Protezione Civile: “Non c’è emergenza sangue, ma ben venga solidarietà”

Molte persone in fila nelle strutture predisposte, dopo l’appello dell’Avis, pronte a donare il sangue per l’emergenza terremoto che ha colpito il Centro Italia. In realtà il direttore del Centro nazionale sangue fa sapere che la situazione è sotto controllo, pur elogiando “l’ondata di solidarietà positiva”.
A cura di B. C.
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Sono tantissime le persone che hanno risposto all'appello lanciato questa mattina presto dall'Avis provinciale reatina, andando a donare il sangue all'ospedale di Rieti, dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia. In realtà la Protezione civile, nel corso di un briefing al Dipartimento, ha sottolineato che le due strutture sanitarie che operano nella zona del reatino più colpita dal terremoto "hanno escluso che ci sia una emergenza sangue", ed in ogni caso “la rete dei soccorsi è in grado di affrontare questo tipo di emergenze se dovessero emergere nelle prossime ore”.

"A causa del terremoto avvenuto questa notte urge sangue, di tutti i gruppi sanguigni. Dalle 8 alle 11, all'ospedale ‘De Lellis'" aveva scritto su Facebook l'associazione dei donatori. Su Twitter erano poi circolate le prime foto di tutti coloro che avevano risposto ‘presente’ all'appello: in alcuni scatti si vedono molte persone in fila, pronte a donare il sangue per l'emergenza terremoto.

“Il sistema del sangue sta reggendo dopo il sisma di questa notte e a livello locale non ci sono carenze di sangue, non c'è un'emergenza. In caso di necessità, però, in un sistema di aiuto reciproco, le scorte sono pronte per muoversi dalle altre regioni”. A spiegarlo all'ANSA il direttore del Centro nazionale sangue, Giancarlo Liumbruno. "Abbiamo un'organizzazione tale che consente di gestire le maxi-emergenze. A livello locale non abbiamo carenze di sangue – spiega Liumbruno – c'è un piano della gestione delle maxi emergenze che è stato varato proprio all'inizio dell'estate con un accordo di conferenza stato-regioni e questo piano prevede proprio che ogni regione abbia disponibile una scorta per la gestione delle maxi-emergenze e queste scorte che sono diffuse sul territorio nazionale vengono movimentate in caso di necessità localizzata in una regione che non riesca a sopperire al proprio fabbisogno".

"In questo momento le scorte locali sono in grado di gestire le necessità di sangue in ogni sede dove afferiscono le persone ferite – aggiunge – il messaggio principale è che la donazione volontaria ma organizzata consente di mantenere questo sistema delle scorte che servono anche per le maxi emergenze". "Sappiamo di una mobilitazione per donare il sangue, anche se non c'è effettivo bisogno in questo momento – prosegue – quando ci sono questi eventi c'è un'ondata di solidarietà positiva, come accaduto nello scontro tra treni in Puglia, però poi di fatto anche in quel caso di fatto non ci fu alcun bisogno di movimentare sangue da altri regioni e c'è stato poi un iper – afflusso. E' importante che chi vuole andare a donare contatti la sede locale del volontariato perché loro hanno il polso della situazione, sanno dire ai donatori se è meglio che vengano un giorno oppure un altro e se è meglio che donino un tipo di emocomponente sulla base delle necessità del momento".

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