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Terra dei Fuochi: per l’Inail la morte del vigile eroe non è riconducibile all’inquinamento

L’Inail di Nola si è pronunciato sulla morte di Michele Liguori, il vigile eroe che per 13 anni ha lottato contro lo sversamento di rifiuti tossici: “Per il decesso dell’assicurato non può essere riconosciuto il diritto alla rendita ai superstiti, in quanto la morte non è riconducibile all’evento”.
A cura di Davide Falcioni
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Ricordate Michele Liguori, il vigile urbano che per oltre 20 anni si è battuto contro l'inquinamento nella Terra dei Fuochi, organizzando nel 2002 il Nucleo Ambientale di Polizia Municipale e andando a scovare, spesso con la moglie e il figlio, i trafficanti di rifiuti tossici? Ebbene, l'uomo è morto lo scorso 18 gennaio per un tumore al fegato causato, presumibilmente, dal contatto con le sostanze tossiche che combatteva, in particolar modo la diossina. Eppure per l'Inail di Nola il suo sacrificio è stato vano: "Per il decesso dell’assicurato non può essere riconosciuto il diritto alla rendita ai superstiti, in quanto la morte non è riconducibile all’evento". Con queste parole, taglienti come una lama, l'ente ha spiegato ai familiari del vigile eroe che non esistono collegamenti tra l'aver frequentato per 13 anni luoghi altamente tossici e l'avvento di un cancro.

Le ultime analisi del sangue tuttavia avevano confermato i sospetti: il suo corpo era intossicato dalla diaossina con cui era entrato in contatto negli anni. A riconoscerlo, benché implicitamente, era stato persino il Capo dello Stato Giorgio Napolitano: "Partecipo al cordoglio per la scomparsa di un servitore delle istituzioni, che si è adoperato nell’affrontare la situazione devastante determinata nella Terra dei Fuochi". Per l'Inail, tuttavia, Liguori non si è ammalato per quella battaglia, bensì per altre cause.

La lettera dell'Inail che rigetta ogni indennizzo per Michele Liguori.
La lettera dell'Inail che rigetta ogni indennizzo per Michele Liguori.

Ciro Scippa, del Patronato Cisl, ha dato all'evento una possibile chiave di lettura: "Sappiamo perfettamente di essere di fronte a un caso delicatissimo. Riconoscere che il vigile Liguori si sia ammalato per colpa della Terra dei Fuochi – dice – significherebbe aprire la strada a moltissime altre richieste di indennizzo". Se ciò accadesse sarebbe il primo caso e rappresenterebbe un "pericoloso" precedente, l'ammissione che sì, esiste un nesso causale tra i rifiuti sversati nella Terra dei Fuochi e la salute pubblica. La moglie di Michele ammette: "Non ci aspettavamo una risposta diversa". Poi rilancia: "Uno studio di Lancet del 2013 dimostra che i Pcb sono cancerogeni". I familiari di Liguori non si arrenderanno e stanno preparando le carte per portare avanti una durissima battaglia legale: "Il dipendente del Comune di Acerra, Michele Liguori, era addetto all’ispezione, al controllo, alla messa in sicurezza e alla campionatura degli innumerevoli siti inquinati della cosiddetta Terra dei Fuochi. Dai rapporti trasmessi da Arpa e Asl è stato accertato che, fra le sostanze nocive rinvenute, ci sono: mercurio, cadmio, materiale altamente pericoloso codice R45 e R61, diossine Pcdd, Pcb e Pcfd derivanti dalla combustione dei rifiuti industriali speciali", si legge nella premessa dei documenti che verranno presentati al processo. La strada per la giustizia è ancora lunga e non sarà carto il parere dell'Inail di Nola a fermare i familiari del vigile eroe.

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