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Tensioni in Israele, schierato l’esercito nelle città e chiusi i quartieri arabi

La strategia di Netanyahu per fermare l’escalation di violenza di questi giorni. “Ai terroristi saranno revocati i diritti di residenza permanente”. Ieri, tre israeliani uccisi ed altri 20 sono stati feriti. Intanto si muove pure la diplomazia USA: Kerry sarà in Medio Oriente per provare a riportare la calma.
A cura di Biagio Chiariello
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A seguito dei continui attacchi contro israeliani da parte di arabi la polizia sarà autorizzata a Gerusalemme a "imporre la chiusura delle zone di scontri e incitamento alla violenza". Lo ha annunciato l'ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Allo stesso modo, l'esercito israeliano ha ricevuto l'ordine di inviare sei compagnie di soldati nelle maggiori città del Paese “per accrescere il senso di sicurezza in Israele”, riferisce la radio militare. Sono queste le nuove misure del governo israeliano per tentare di fermare l’Intifada dei coltelli. Nel comunicato non si fa riferimento ai luoghi in cui saranno impiegati i soldati, ma è molto probabile che ci sarà anche Gerusalemme visto che l’esecutivo ha dato l’ok all’impiego dei militari nei centri urbani. “Ai terroristi saranno revocati i diritti di residenza permanente” e “le proprietà dei terroristi che compiono attacchi verranno confiscate”, annuncia l’ufficio di Netanyahu. Le autorità israeliane avrebbe poi deciso di non consegnare i cadaveri degli attentatori alle rispettive famiglie. Lo afferma la polizia.

Kerry in Medio Oriente per riportare calma

Nel frattempo il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che sarà presto in Medio Oriente nel tentativo di riportare la calma dopo le recenti tensioni tra israeliani e palestinesi. Nel corso di un intervento all'università di Harward ha detto: "Sarò lì presto per vedere se è possibile allontanarsi dal precipizio". “C’è questa violenza perché c’è una frustrazione che sta crescendo” ha sottolineato il segretario di Stato negli USA, storico alleato di Israele.

Ieri, tre israeliani morti e 20 feriti

Quella di Ieri è stata un’altra giornata di grande tensione in Israele. Tra attacchi con il coltello, con armi da fuoco e  auto lanciate contro i passanti, il bilancio è stato di tre israeliani morti e almeno 20 feriti in quattro attentati palestinesi, due a Gerusalemme e due a Raanana, a nord di Tel Aviv. Hamas ha gioito per gli attentati. Mentre da Ramallah il segretario dell’Olp, Saeb Erekat, ha detto di ritenere “il governo israeliano completamente responsabile” per l’escalation di violenza a Gerusalemme, in Cisgiordania e Gaza e ha chiesto all’Onu di aprire una inchiesta su “esecuzioni sommarie ed extragiudiziarie” da parte della polizia israeliana.  "Questo è il risultato delle politiche di occupazione, delle colonie e dell'apartheid", ha sottolineato.

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