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Tempa Rossa, le altre telefonate tra Guidi e Gemelli incastrano altri membri del Governo?

Il Corsera e Repubblica parlano di nuove intercettazioni in cui l’ex ministra scoppia a piangere con il compagno e gli dice: “Mi stai utilizzando”. La posizione della Guidi sugli appalti legati al petrolio rischia ora di coinvolgere altri componenti del governo. E rivelare altri “favori” fatti dall’ex titolare dello Sviluppo Economico.
A cura di Biagio Chiariello
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L’ormai ex ministro Federica Guidi che scoppia in lacrime durante una telefonata con Gianluca Gemelli e gli dice più o meno: “Tu mi stai utilizzando”. E’ solo una parte delle altre intercettazioni che meglio delineano il rapporto tra i due nell’inchiesta Tempa Rossa, di cui la Guidi dovrà dare spiegazione quando i giudici la sentiranno a breve come testimone. La telefonata, rivelata oggi su Repubblica, sarà al centro dell’interrogatorio di Potenza, dove l’ex ministro potrà comunque avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto convivente di un indagato.

Altri "favori" fatti dall'ex ministro Guidi

Intanto il procuratore della repubblica di Potenza Luigi Gay e i pm Basentini e Triassi, titolari dell’inchiesta sul petrolio, hanno già sentito il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Al centro dell’audizione quanto fatto dalla Guidi per sbloccare quell’emendamento sul progetto Tempa Rossa. Se quest’ultima dovesse decidere di parlare, secondo il Corriere della Sera, potrebbero essere coinvolti altri componenti del governo. L’ex titolare dello Sviluppo Economico, scrive Fiorenza Sarzanini, ‘rischia’ infatti di rivelare altri “favori” fatti da ministro, come racconta in una telefonata Gabriella Megale, esponente di Confindustria Basilicata. In più di un’occasione il dirigente Total Giuseppe Cobianchi avrebbe parlato con Gemelli delle “pressioni” esercitate su membri del governo e il 23 ottobre esplicitamente spiega: “Lei sa che c’è una parte importante del progetto che si sviluppa a Taranto e la situazione è anche abbastanza complessa diciamo, quindi… stiamo cercando…Vediamo, speriamo bene… So che anche a livello centrale con i ministeri, insomma i colleghi di Roma hanno dei contatti continui, frequenti, quindi mi auguro che quello che viene dichiarato a livello governativo poi possa trovare applicazione insomma”. La conferma, secondo i magistrati, delle promesse fatte da esponenti dell’Esecutivo guidato da Matteo Renzi di trovare una soluzione e il fatto che Cobianchi parli al plurale “dimostra che oltre a Guidi anche altri si adoperarono in quei due mesi per raggiungere il risultato” scrive ancora il Corsera.

Le indagini su Tempa Rossa proseguono

Le indagini della procura Potenza vanno avanti comunque nel massimo riserbo. Lo stesso dicasi per il filone “siciliano” dell’inchiesta, che vede indagato, tra gli altri, anche il capo di Stato maggiore della Marina militare Giuseppe De Giorgi. Su delega della Procura, la Polizia nei giorni scorsi è andata in Sicilia, ad Augusta, per acquisire dall’Autorità portuale alcuni documenti, in copia, relativi alle concessioni demaniali marittime. Altre carte sono state acquisite nel Comando militare marittimo autonomo. Le concessioni rilasciate riguarderebbero cantieri navali, società che si occupano di servizi, imprese portuali, pontili e le aree a terra di alcune multinazionali del petrolio (da Esso a Lukoil). Ed è proprio su queste compagnie che, secondo il gip di Potenza, si sofferma anche Gemelli in una conversazione intercettata il 18 dicembre 2014, parlando con un’altra persona (nell’ordinanza è identificata con il cognome Lantieri), in relazione “all’avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa”, precisa il giudice nell’ordinanza relativa a “Tempa Rossa”. Il compagno della Guidi prosegue la telefonata annunciando che “da gennaio cominciamo pure su Saipem… tramite Confindustria ci arrivo, mi segui? C’arrivo pure abbastanza bene. Quindi vediamo come farlo e… facciamo una passeggiata in Sardegna, ci stiamo un paio di giorni, facciamo le presentazioni, bordelli… e quello che dobbiamo fare facciamo”. Un’inchiesta che ha i presupposti, quindi, per allargarsi “a macchia d’olio” in diverse zone d’Italia.

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