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Tav, inizia il processo a Erri De Luca: “Istigò al sabotaggio”

Inizia oggi il procedimento contro Erri De Luca: “La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo, sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile”.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani delle 47 condanne nel maxiprocesso No Tav per i fatti del 27 giugno e 3 luglio 2011 si apre un nuovo capitolo giudiziario, che stavolta vede il coinvolgimento dello scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione al sabotaggio: "La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo, sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile… hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa". A causa di queste affermazioni lo scrittore napoletano è passato dall'essere un simbolo della libertà di espressione a un imputato in un processo No Tav.

"Sento la responsabilità delle cose che dico e scrivo. Sono una scrittore, non penso di poter istigare nessuno se non alla lettura e alla scrittura". Così Erri De Luca ha commentato stamattina prima di entrare in aula a Torino. "L’accusa sostiene che io abbia istigato. Bene, vorrei sapere chi sono. Vorrei conoscere le persone che ho istigato e che cosa hanno fatto spinti dalle mie parole". Lo scrittore ha anche commentato le 47 condanne inflitte ieri agli attivisti No Tav: "Non hanno voluto applicare le attenuanti, è una cosa grave che mi colpisce molto".

A far scattare il procedimento contro Erri De Luca sono state le sue parole durante un'intervista: "Un intellettuale deve essere coerente e mettere in pratica ciò che sostiene”, per questo “anch’io ho partecipato a forme di sabotaggio in Val di Susa”. “Il termine sabotaggio fa parte di una lunghissima tradizione di lotte del movimento operaio e sindacale” ha dichiarato De Luca, spiegando di aver semplicemente “fatto una constatazione”. Lo scrittore napoletano aveva aggiunto: “In una valle che vive uno stato d’assedio e militarizzata per difendere un’opera inutile e dannosa, e dove non ci sono altri modi per farsi ascoltare, si ricorre al sabotaggio”. L’autore aveva poi rivendicato: “Io non uso le parole a caso. Le parole hanno un peso”. Parlando successivamente delle responsabilità di un intellettuale, De Luca aveva rivelato “Ho fatto i blocchi stradali in Val di Susa insieme ai vigili urbani, madri di famiglia e maestri elementari”.

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