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Inchiesta di Ischia, spunta il nome di D’Alema. Ma lui: “Nessun illecito”

In una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia, Francesco Simone, dirigente della Cpl arrestato, chiama in causa l’ex premier sottolineando la necessità di “investire negli Italiani Europei dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo”
A cura di Biagio Chiariello
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C'è anche il nome di Massimo D'Alema nelle carte dell'inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco Pd di Ischia Giuseppe Ferrandino e altre 10 persone per presunte tangenti legate alla metanizzazione dell'isola. Il suo nome è stato tirato in ballo da Francesco Simone, dirigente della Cpl arrestato, che in una intercettazione sottolinea  la necessità di "investire negli Italiani Europei dove D'Alema sta per diventare Commissario Europeo" in quanto "…D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose". Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Amelia Primavera sottolinea, tra l'altro, che "per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l'esponente politico. L'intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, risale all'11 marzo 2014.

Dirigente CPL chiama in causa D'Alema

L'intercettazione ambientale Simone parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della Cpl Concordia, risale all'11 marzo 2014. Per il gip questa conversazione "appare di estremo rilievo", "oltre che per il riferimento a D'Alema" e "ad alcuni appartenenti alle forze di polizia", anche "per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le Istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani, ‘mettono le mani nella merda' e quelli che non le mettono, distinzione che appunto dice tutto a proposito del modus operandi della Cpl e dei suoi uomini".. Secondo il giudice, il termine "investire" utilizzato da Simone ("…investire negli Italiani europei…") “rende più che mai l'idea dell'approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mond”'. In un passaggio successivo e relativo ad un'altra vicenda Simone afferma, "in riferimento sempre alla quota associativa da pagare ad un'altra fondazione (della quale , per ragioni investigative, si omette la denominazione): ‘…dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento..'”.

Libri e vino

Secondo gli inquirenti, tra gli acquisti di CPL ci sarebbero "alcune centinaia di copie dell'ultimo libro" di Massimo D'Alema "nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola riconducibile allo stesso D'Alema". Lo stesso Simone, parlando con gli inquirenti, ammette l'acquisto: "Confermo che la CPL ha acquistato 2.000 bottiglie di vino prodotte dall'azienda della moglie di D'Alema, tuttavia posso rappresentarvi che fu Massimo D'Alema in persona, in occasione di un incontro casuale tra me, lui, il suo autista e il presidente (della CPL ndr) Casari, a proporre l'acquisto dei suoi vini". Inoltre il gip, parlando dei libri, scrive: "Visto il prezzo pagato dalla CPL Concordia per ciascuna delle 2.000 bottiglie di vino acquistate (non si trattata sicuramente di un prodotto da somministrare in una mensa aziendale), si tratta evidentemente di un'altra delle ‘eccezioni' cui faceva riferimento lo stesso Simone nel parlare dell'acquisto di libri". Il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia, gli inquirenti hanno sequestrato tre dispositivi di bonifici effettuati dalla cooperativa in favore della Fondazione Italinieuropei, ciascuno per l'importo di 20 mila euro; nonché un ulteriore bonifico per 4.800 euro per l'acquisto di 500 libri di "Non solo euro" di D'Alema.

La replica di D'Alema

"Certamente ho rapporti con Cpl Concordia" ma "è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato né la richiesta da parte loro né la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere": "non ho avuto alcun regalo" e "nessun beneficio personale". Così Massimo D'Alema, in relazione all'inchiesta della procura di Napoli.

"Dalla Cpl – continua l'ex premier – non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l'acquisto di 2000 bottiglie di vino in tre anni come un ‘mega ordine', peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Quanto ai libri, nessun beneficio personale, ma un'attività editoriale legittima, che rientra nel normale e quotidiano lavoro della Fondazione Italianieuropei. Inoltre, i libri furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia, che era candidato del Pd".

"Do mandato all'avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede", conclude.

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