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Inchiesta Ischia, polemica sui bonifici di 87mila euro in favore di D’Alema

Dalle carte degli inquirenti spuntano versamenti per 87mila euro in tre anni, di cui 22.500 per spumanti e vino rosso, a favore della sua azienda. L’ex premier si dice pronto a denunciare tutti e chiede l’intervento di CSM e ANM.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ arrabbiatissimo Massimo D’Alema dopo che il suo nome è venuto fuori nell'inchiesta per le presunte tangenti a Ischia.Va specificato che l’ex premier non risulta indagato, ma secondo quanto risulta agli inquirenti la cooperativa rossa Concordia acquistava vini di sua produzione e investiva nella Fondazione Italiani Europei. "Con quale ragione lo hanno fatto?", dice in un'intervista al Corriere della Sera. Parla di "un'ipotesi di reato, tutta da dimostrare, in cui io non c'entro". E azzarda: "Mi viene il sospetto che ci sia un motivo, per così dire, extra-processuale". Il nome di D’Alema è venuto fuori da una telefonata di uno degli arrestati, il responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa rossa Concordia, Francesco Simone, uomo assai navigato nella politica italiana, già vicino a Bettino Craxi e al servizio della Coop. In tre anni i versamenti a favore dell'azienda di D'Alema ammonterebbero a 87mila euro complessivi.

D'Alema è furioso: "Denuncio i giornalisti"

Che a D’Alema non stia giù la vicenda giudiziaria che in qualche modo lo coinvolge lo si capisce anche dalle parole rivolte ai giornalisti a Bari dove stamattina è arrivato per un incontro in Ateneo e poi nel pomeriggio nel foyer del teatro Petruzzelli: “Lei ha detto che ho venduto il vino durante una convention del Pd. Siccome oggi sto denunciando diversi giornali, denuncio anche lei”, dice al cronista, come si vede anche in un video di Repubblica. “Il mio vino viene acquistato da tantissimi cittadini. Gli acquisti sono avvenuti nel corso di due anni non in una convention del Pd, sono stati regolarmente fatturati e sono avvenuti in prossimità delle festività, evidentemente per fare regali come fanno molte imprese", rimarca l’ex premier.

La fornitura di vino e libri

Secondo gli inquirenti, la coop rossa ordinava ogni anni il vino all'azienda "La Madeleine" di Massimo D'Alema. Nelle conversazioni intercettate nel marzo del 2014 Francesco Simone parla con una dipendente di Italianieuropei per l'acquisto di 500 libri di D'Alema da presentare a Ischia. Nel corso della telefonata si dice "disposto a pagare cifra piena se i soldi vanno alla Fondazione" o magari con uno sconto del 10%. La dipendente fa sapere che il pagamento sarà diretto e così si accordano per la fornitura dei libri. Ma non solo: "anche del vino, uniamo l'utile al dilettevole". Dalle indagini dei carabinieri del Noe, però, si apprende che le bottiglie di spumante e di vino rosso acquistate tra 2013 e 2014 sono duemila, per un valore complessivo di 22.500 euro. Tutto questo va sommato a tre bonifici da 20mila euro l'uno diretti alla Fondazione e al corrispettivo per le copie del libro "Non solo euro". Totale 87.300 euro.

 La replica di D'Alema

"Dubito – spiega D'Alema – che la notizia dell'arresto del sindaco di Ischia e qualche suo presunto complice sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali, se nell'ordinanza non fossero stati citati D'Alema, Tremonti, Lotti o qualche altro personaggio di richiamo. Ma se questa fosse la logica che ha ispirato i magistrati, ci sarebbe da preoccuparsi. Non per me, ma per il funzionamento della giustizia. Anche perché negli ultimi tempi si sono susseguite diverse assoluzioni che hanno sconfessato le indagini, soprattutto nei confronti di amministratori locali addirittura arrestati".

"Io non delegittimo nessuno", chiarisce D'Alema, ma "credo che l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, ma anche l'Associazione magistrati, dovrebbero esercitare una maggiore vigilanza affinché certe misure non siano superate e la magistratura non si delegittimi da sola. Non ritengo legittimo un uso delle intercettazioni come quello che è stato fatto nei miei confronti".

"Prima è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti – osserva quindi D'Alema -, ora si criminalizza quello privato alla politica. Dopo cosa resterà?". Quanto al vino – dice sull'acquisto di bottiglie – "mi viene da sorridere: se i pm vogliono acquisire agli atti una buona guida enologica scopriranno che i nostri spumanti sono segnalati tra i migliori, ed è notorio che in occasione delle festività le aziende ne acquistano in quantità per regalarli. Li abbiamo venduti e fatturati, concedendo la possibilità di pagare quattro mesi dopo: siamo noi che abbiamo fatto il favore alla cooperativa".

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