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Tamberi record italiano e infortunio, Olimpiadi a rischio

A Montecarlo dopo aver stabilito il record italiano del salto con l’asta a 2.39, Tamberi si infortuna alla caviglia. Adesso rischia di saltare le Olimpiadi di Rio.
A cura di Alessio Morra
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Prima una gioia immensa, poi la grande paura. Per Gianmarco Tamberi, stella dell’atletica italiana, la serata è stata densa di emozioni. Prima un salto fantastico a 2.39, nuovo primato italiano, poi l’infortunio choc. Gimbo a Montecarlo è uscito dalla pista in barella e in lacrime, con la caviglia sinistra fasciata e la borsa del ghiaccio sulla zona interessata. La preoccupazione è fortissima, l’infortunio potrebbe essere serio e le Olimpiadi iniziano tra tre settimane.

La tappa della Diamond League che si è svolta a Montecarlo naturalmente è andata in scena in tono minore considerati i fatti tragici di Nizza. La gara del salto in alto era quella più attesa, perché di fatto per molti questa era una sorte di finale olimpica anticipata, con il nostro Tamberi pronto a giocarsi la vittoria. Il ventiquattrenne marchigiano salta subito a quota 2.39 e batte il record italiano, e si mette alle spalle anche l’ucraino Bondarenko. Ma al secondo tentativo a 2.41 l’azzurro cade male. Si capisce subito che l’infortunio è serio, il ragazzo marchigiano urla e si tocca la caviglia. Dopo i rapidi soccorsi sono arrivate le parole del papà, Marco: “Non mi sembra il tendine, ora faremo i controlli del caso, ma voglio essere ottimista. Gianmarco ha la caviglia gonfia. Mentre saltava ha sentito che si stava storcendo tutto”. Una immagine ha mostrato la scarpa dell’atleta che si è rotta proprio mentre l’azzurra stava saltando.

Tamberi è l’azzurro con le maggiori possibilità di medaglia d’oro nell’atletica alle Olimpiadi di Rio. Pochi giorni fa, l’atleta che quando si qualifica per una finale si fa la barba solo nella metà destra del suo volto, ha conquistato l’oro ai campionati Europei ed ha confermato i grandi miglioramenti degli ultimi mesi. L’Italia punta molto su questo figlio d’arte, anche il papà era un saltatore in alto e fu finalista alle Olimpiadi di Mosca del 1980.

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