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Tagli alle Province: la regole del due per salvare Terni, Matera e Isernia

Pd e Pdl trovano l’accordo per presentare un emendamento al decreto sulla spending review che introduca la regola di almeno due province per Regione che salva le seconde province delle Regioni più piccole.
A cura di Antonio Palma
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Tagli alle Province: la regole del due per salvare Terni, Matera e Isernia

Il decreto sulla spending review approda oggi nell'Aula di Palazzo Madama, ma da giorni ormai è battaglia politica nelle commissioni parlamentari intorno al provvedimento di revisione della spesa pubblica, soprattutto per quanto riguarda il taglio delle province. Si sa che i criteri imposti dall'Esecutivo sono molto ferrei e a rischio ci sono 64 amministrazioni provinciali non tutte disposte ad accettare l'accorpamento con i vicini senza controbattere. A dar manforte a queste amminstrazioni ci stanno pensando diversi parlamentari che per motivi diversi stanno preparando emendamenti ad hoc per salvare questa o quella Provincia. Tra gli emendamenti che hanno messo d’accordo gli uomini di Pd e Pdl soprattutto uno che introduce la cosiddetta regola del due, ovvero almeno due province per ogni Regione.

Almeno due Province per Regione – La regola del due ovviamente finirebbe per salvare tutte le seconde province delle Regioni più piccole vale a dire Terni in Umbria, Matera in Basilicata e Isernia in Molise. L'emendamento voluto inizialmente dal Pd per salvare Terni ha avuto l'effetto di coinvolgere nel tentativo anche Matera e Isernia trovando così l'appoggio del Pdl e il via libera all'esame dei relatori della spending review. La regola di fondo ha una sua logica visto che in quelle regioni dove rimarrebbe una sola provincia questa coinciderebbe ovviamente con tutto il territorio regionale con le conseguenze del caso.

Il Governo intende chiedere la fiducia – Il Governo per il momento non si sbilancia, ma come aveva ricordato il Ministro Patroni Griffi ci sono molte Province che lamentano di non riuscire a raggiungere i requisiti per pochissimo e chiedono misure ad hoc, dunque sarà difficile accontentare qualcuno senza che altri pretendano lo stesso trattamento. Se ne discuterà in commissione, ma a scanso di equivoci l'Esecutivo ha già espresso l'intenzione di chiedere la fiducia in Aula perché se non ci sarà accordo sugli emendamenti il testo non dovrà dare spazio ai campanilismi.

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