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Tagli alla sanità, scende la spesa pubblica e aumentano i costi per i cittadini

Il rapporto del Censis sui tagli alla sanità pubblica presentato oggi, fotografa un’Italia caratterizzata da un forte squilibrio tra fondi disponibili e necessari e il ricorso crescente dei cittadini a servizi sanitari privati a pagamento.
A cura di Antonio Palma
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Un rapporto del Censis sui tagli alla sanità pubblica presentato oggi, fotografa un'Italia caratterizzata da un forte squilibrio tra fondi disponibili e necessari e il ricorso crescente dei cittadini a servizi privati a pagamento.

Buchi di bilancio enormi, conseguenti tagli dei servizi e spesa dei cittadini sempre più alta, è la fotografia della sanità italiana fatta da uno studio del Censis presentato oggi a Roma da titolo inequivocabile "Quale futuro per le risorse in sanità? Quale sanità dopo i tagli?". E' ormai risaputo che i decenni di sperperi di denaro pubblico, soprattutto in alcune Regioni italiane, hanno ridotto il nostro sistema sanitario in un colabrodo con scarsa efficienza e costi sempre crescenti. Per mettere una pezza ai buchi miliardari aperti nei conti delle Asl, negli ultimi anni è un susseguirsi di provvedimenti che riducono i capitoli di spesa per la sanità pubblica aumentando tasse e ticket per i cittadini.

I cittadini si rivolgono sempre più al privato – Visto le inefficienze del sistema sanitario nazionale, inoltre, sempre più persone si rivolgono al privato anche con i sempre più frequenti viaggi di turismo sanitario, con i cittadini che si trasferiscono da una regione all'altra in cerca di un servizio migliore, soprattutto lungo la direttrice sud-nord. Secondo lo studio del Censis gli italiani hanno speso nel triennio 2007-2010 circa 30,6 miliardi di euro di spesa sanitaria privata, cercando di diminuire con propri soldi il gap tra fondi destinati alla sanità e quelli effettivamente necessari ad un servizio efficiente e funzionale.

Aumenta il gap tra fondi disponibili e necessari  – Secondo la ricerca, infatti, si stima che nel 2015 il divario tra fondi necessari e quelli disponibili salirà fino a 17 miliardi di euro, prevedendo una riduzione sostanziale dei servizi sanitari pubblici. Non solo, l'esigenza di un maggior controllo sui bilanci ha fatto sì che la spesa per ticket sanitari su farmaci e prestazioni mediche lievitasse esponenzialmente e entro fine anno si arriverà a superare di molto il miliardo di euro. Come si legge nel rapporto, nel triennio preso in esame la spesa per i farmaci è stata ridotta del 3,5% nel comparto pubblico, mentre per i cittadini è lievitata del 10,7%. Sicuramente a subire i tagli e i costi maggiori le regioni del centro sud dove i grandi buchi di bilancio e i relativi piani di rientro imposti dal Governo hanno fatto scattare una stretta su servizi e prestazioni sanitarie. Lo rivela lo stesso rapporto con un'indagine condotta sui cittadini a cui è stato chiesto un giudizio sulla sanità nella loro regione anche in rapporto agli anni precedenti.

Avanza la sanità low cost – L'incremento del 25,5% in dieci anni della spesa sanitaria privata, però, non è solo colpa delle recenti manovre economiche, ma il Censis lo attribuisce anche alla storica scarsa copertura pubblica su alcuni settori sanitari, come l'odontoiatria, e alla cattiva abitudine italiana a ricorrere subito a medici e farmaci anche per piccoli disturbi quotidiani. Spesa che però, sempre secondo il Centro Studi Investimenti Sociali, rischia di dare il via libera, come in parte sta avvenendo, alla sanità low cost con la caccia alle offerte migliori che rischiano di compromettere la qualità e indurre una domanda impropria di prestazioni sanitaria.

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