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Tabagismo: un giovane su cinque è un fumatore abituale

Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni consuma abitualmente tabacco il 22% dei ragazzi, che in media iniziano a fumare intorno ai 17 anni. Confrontando i dati di quest’anno con quelli di un anno fa appare chiaro che i giovani fumano di più.
A cura di Susanna Picone
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Più di un ragazzo su cinque, in Italia, è un fumatore abituale. È quanto emerge dal Rapporto sul fumo elaborato ogni anno, ripreso oggi dal Corriere. Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni consuma abitualmente tabacco il 22 per cento dei ragazzi. In media i giovani iniziano a fumare intorno ai 17 anni, ma il 13 per cento dei fumatori ha cominciato prima dei 15 anni. Perché i ragazzi si avvicinano al fumo? Quasi sempre perché “spinti” dagli amici. Quasi il 60 per cento degli interpellati dice di essere stato influenzato da amici, di essersi lasciato tentare da altri ragazzi che già fumavano. Ci sono poi quelli che hanno provato e hanno apprezzato il “sapore” delle sigarette (il 17%) e quelli che hanno provato per il desiderio di sentirsi più grande, per l’influenza di familiari tabagisti o quella di un partner. Emerge anche la “moda” delle sigarette fatte a mano, preferite dai più giovani anche perché più economiche. A spiegarlo Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità: “È prima di tutto una preferenza economica, perché il prezzo del tabacco trinciato per fare 20 sigarette (mediamente 2,7 euro) è più basso anche rispetto alle sigarette più economiche oggi sul mercato (3,9 euro). Poi, rollare il tabacco è ora anche una questione di ‘moda’”. I giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni si accendono in media 10 sigarette ogni giorno, ma una buona percentuale di loro (il 28%) ammette di fumare anche tra le 15 e le 24 sigarette nell’arco della giornata. Confrontando i dati di quest’anno con quelli di un anno fa appare chiaro che i giovani fumano di più.

Aumentare il prezzo del tabacco per scoraggiare i giovani fumatori

Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità per contrastare tali dati sarebbe utile aumentare il prezzo del tabacco. Secondo le stime diffuse dall’Oms – ha spiegato Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – soltanto l’otto per cento della popolazione mondiale vive in Paesi con una tassazione sufficientemente alta da scoraggiare il consumo di sigarette e sigari. Secondo Pacifici sarebbe utile anche lavorare sulla pubblicità indiretta e introdurre regole più severe che limitino l’accesso di bambini e adolescenti a film che contengono scene di violenza o sesso, e anche scene di fumo pretestuose o ingiustificate. Inoltre per Pacifici sarebbe importante investire di più in educazione e campagne d’informazione sui danni del tabacco, coinvolgendo già i bambini delle elementari.

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