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Svizzera, ecco la pubblicità contro gli italiani (VIDEO)

“Non annaffiate il giardino italiano” è il messaggio di uno spot ideato in Svizzera per una campagna mediatica contro le delocalizzazioni di imprese. Nel mirino ci sono i cosiddetti “padroncini” italiani.
A cura di Susanna Picone
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Una controversa pubblicità contro le delocalizzazioni in Italia è alla base di una campagna mediatica ideata in Svizzera e che andrà avanti per tutta l’estate. Il messaggio lanciato nello spot, visibile su Youtube e che andrà in onda fino a ottobre su Teleticino e Rsi, l’equivalente svizzero della Rai, è quello di “non annaffiare il giardino italiano”.  Si tratta di una iniziativa che è stata appena presentata da varie associazioni svizzere: nel mirino ci sono quelli che vengono chiamati i “padroncini italiani”. Lo spot è in italiano e dura poco meno di 30 secondi: si vede un uomo che dal suo giardino sta distrattamente annaffiando non il suo prato, ma quello del vicino che è ben più verde. Il messaggio implicito dello spot è che accanto a lui abita un italiano ed è suo, appunto, il giardino più bello. Tutto questo accade sotto lo sguardo piuttosto perplesso di una donna, probabilmente la compagna, che osserva il protagonista. “Ogni goccia che cade lontano, rende il vostro prato meno verde. Investire nel giardino del vicino può essere pericoloso”, si sente così nello spot e a un certo punto l’uomo viene colpito da una pallonata in faccia che lo stende. Il breve video finisce recitando: “Nutriamo il nostro territorio, lavoriamo con imprese locali”.

Le motivazioni dei promotori della campagna anti-italiani

L’Associazione interprofessionale di controllo, la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino, l’Unione Associazioni dell’Edilizia e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino – sono queste le associazioni promotrici della campagna – hanno spiegato il perché di questo spot. Le aziende svizzere, a loro dire, “sono sempre più sotto pressione dagli effetti indesiderati causati dall'accordo sulla libera circolazione delle persone e delle prestazioni di servizio, segnatamente dalla crescita esponenziale del numero di lavoratori distaccati e padroncini che lavorano in Ticino”.

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