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Suicidio assistito, la lettera di addio di Davide: “Spero Italia diventi Paese più civile”

Davide Trentini, morto giovedì in una clinica in Svizzera, nella sua ultima lettera ha auspicato una legge “che permetta di porre fine a sofferenze enormi a casa propria”. Prima di morire ha anche lanciato un appello per la legalizzazione dell’uso terapeutico della marijuana.
A cura di Susanna Picone
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“Spero tanto che l'Italia diventi un Paese più civile, facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all'estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive”. È quanto ha scritto in una lettera di addio Davide Trentini, morto ieri in una clinica in Svizzera dove era stato accompagnato da Mina Welby, moglie di Piergiorgio, per ottenere l'eutanasia. “'Partirò per la mia sognata vacanza”, così ancora l'uomo, che dal 1993 era malato di sclerosi multipla. “Spero anche che in Italia – l'altro appello lanciato da Trentini – si arrivi presto alla legalizzazione, o almeno all'uso terapeutico della marijuana. Io sono, abitando in Toscana, tra i pochi in Italia a ricevere puntualmente le mie cartine di marijuana tramite l'ASL, con ricetta del medico, e conosco molto bene i suoi benefici, per fortuna sono quasi 20 anni che conosco molto bene le grandi ‘doti' della Maria". "Tra poco partirò per la mia tanto sognata ‘vacanza'!!! Evviva. Salute per tutti e soprattutto tanta ma tanta serenità per tutti”, così ancora Davide nel suo addio. L'uomo ha raccontato in prima persona quello che gli è accaduto e come ha deciso di scegliere, come Dj Fabo, di andare a morire in Svizzera.

Quando Davide ha deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito – “Ho 52 anni, sono malato di sclerosi multipla dal 1993, per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la ‘stronza' si è trasformata nella forma ‘più stronza': la secondaria progressiva. Negli anni, le ho provate veramente tutte, dall'interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi autoiniettavo (allora le mani funzionavano!) ogni due giorni, poi è cominciato l'orribile periodo della chemio!!! Insomma, le ho provate proprio tutte. Ora da 1.92 sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe, gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca all'oppio per cercare di calmare i dolori”, ha raccontato Trentini. La decisione di andare in Svizzera per il suicidio assistito l’ha presa dopo una lunghissima riflessione: “Devo ringraziare enormemente l'Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano”, ha aggiunto Davide prima di morire.

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