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Suicida dopo 7 anni di soprusi: non aveva un videogioco. La lettera straziante della madre

I genitori di Felix non volevano comprargli quel videogame (Call Of Duty) perché pensavano che fosse troppo violento per un bimbo di 10 anni. Da allora il ragazzino è stato vittima di bullismo, fino alla decisione di togliersi la vita quando era ormai un teenager. Ora la madre ha deciso di scrivere una lettera ai bulli per fargli sapere il male che le hanno fatto.
A cura di Biagio Chiariello
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Felix Alexander era un adolescente che per anni è stato deriso dai bulli.  Lo chiamavano “femminuccia”, lo insultavano e lo picchiavano. Tutto perché non aveva mai visto un videogame, Call of Duty: Modern Warfare 2. E’ cominciato quando aveva 10 anni, è finita sette anni dopo col suicidio del giovane di Worcester (Regno Unito). La famiglia riteneva che un bambino di 10 anni non dovesse passare i suoi pomeriggi incollato alla tv a superare livelli di un videogame vietato ai minori di 18 anni per la sua violenza. Quando basta per rendere la vita di Felix un inferno. Non è bastato neppure cambiare scuola: con l’avvento dei social network i suoi aguzzini sono stati in grado di trovarlo ovunque lui fosse. E lo tormentavano. Alla fine Felix non ce l’ha fatta più. Lo scorso 27 aprile scorso, ha salutato i suoi genitori e i suoi due fratelli maggiori, Ben e Charlotte, per andare a scuola. Non ci è mai arrivato: si è diretto alla stazione ferroviaria e si è buttato sotto un treno.

La mamma di Felix, Lucy, da allora non ha pace. In questi giorni ha scritto una lettera pubblicata da alcuni quotidiani britannici in cui si rivolge direttamente ai bulli, per cercare di far capire loro il dolore che le hanno provocato:

“Scrivo questa lettera perché ci sono tanti altri bambini come Felix che stanno lottando. La sua autostima era stata erosa, nel corso di un lungo periodo, dal comportamento dei bulli. È iniziato tutto con la cattiveria e l’isolamento e poi, con l’avvento dei social network, è diventato tutto crudele e opprimente. Persone che non avevano nemmeno mai incontrato Felix lo insultavano. Voglio cercare di far vedere ai bulli quali possono essere le conseguenze del loro agire sulle persone. Mi rivolgo anche agliinsegnanti, che devono essere consapevoli dei pericoli del bullismo ed essere disponibili ad ascoltare. Faccio un appello ai genitori: non ci piace pensare che i nostri figli possano essere responsabili di gesti tanto crudeli, ma sono stati dei “bravi” ragazzi a provocare questo stato di angoscia in Felix”.

Ma soprattutto il messaggio di Lucy è questo: “Abbiamo una responsabilità collettiva e non possiamo permetterci di perdere altre giovani vite”.

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