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Stuprò la nipotina e poi uccise la madre per non farla parlare, preso latitante siciliano

Giuseppe Vaiana, condannato all’ergastolo per duplice omicidio, è stato catturato a Ludwigshafen, in Germania, in un internet-cafè.
A cura di Susanna Picone
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Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza di Palermo hanno individuato in Germania e hanno fatto arrestare dalla polizia tedesca Giuseppe Vaiana, 55enne di Castelvetrano (Trapani) condannato all’ergastolo e latitante dall'11 maggio scorso. L'uomo aveva fatto perdere le proprie tracce pochi giorni dopo la decisione assunta dalla Corte di Assise di Trapani di condannarlo all'ergastolo. Vaiana è stato arrestato insieme al fratello Michele Claudio (già in carcere) in relazione a un duplice omicidio avvenuto il 24 agosto del 1990. Il latitante – nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo – è stato catturato dalle autorità tedesche ieri pomeriggio a Ludwigshafen, mentre si trovava in un internet-cafè per giocare a una slot machine. I due arrestati avrebbero ucciso in un ovile di contrada Dionisio, a Campobello di Mazara (Trapani), Paolo Favara, 30 anni, e Caterina “Rina” Vaiana, sorella 33enne del latitante.

Il caso risolto anche grazie alla bambina stuprata – Secondo quanto accertato nel corso delle indagini il movente del delitto sarebbe stato il timore di Giuseppe Vaiana di finire in arresto per aver violentato alcuni anni prima la nipotina di sette anni, figlia di Caterina. Solo qualche giorno prima dei delitti, infatti, dopo anni di silenzio la ragazza che aveva subito abusi dallo zio si era decisa a confessare a sua madre quanto accaduto. Il caso è stato dunque risolto nel 2013 dalla Procura della Repubblica di Marsala anche grazie agli elementi forniti dalla figlia di Caterina Vaiana e dal figlio di Favara. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che al movente di Giuseppe Vaiana si aggiunse quello del fratello che lamentava la mancata restituzione da parte della sorella di un prestito di 13 milioni di lire per l’acquisto di un gregge che curava con l’altra vittima, Paolo Favara.

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