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Stupro Firenze, lʼArma dei carabinieri chiede scusa alle vittime: “Speriamo di recuperare”

Il colonnello Roberto Riccardi, capo ufficio stampa dell’Arma dei Carabinieri, parla del caso delle due studentesse americane che hanno denunciato la violenza da parte di due uomini in divisa. E sulle donne nell’Arma: “La loro presenza ci aiuta a combattere il maschilismo”.
A cura di Biagio Chiariello
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"L'Arma dei Carabinieri chiede scusa a queste due ragazze e speriamo di recuperare con loro e con le loro famiglie": sono le parole del capo ufficio stampa dell'Arma dei Carabinieri, colonnello Roberto Riccardi, in merito alla presunta violenza sessuale avvenuta nel centro di Firenze ai danni di due studentesse americane da parte di due carabinieri in servizio e in divisa. Il militare, intervistato al programma Tv Omnibus su La7, ha parlato anche delle accuse di maschilismo che sono state fatte nei confronti dell'Arma, spiegando che "per noi è una novità relativamente recente l'ingresso delle donne nei nostri ranghi", avvenuto dal 2000, e "questo ci sta aiutando molto a vivere in modo completo il rapporto con l'altra metà del cielo: essere a contatto per lavoro, uscire di pattuglia insieme, avere responsabilità comuni, avere un comandante donna è istruttivo da questo punto di vista. Il maschilismo è sempre in agguato per chiunque ma spero che non sia un problema per l'Arma dei Carabinieri o delle Forze Armate in genere".

Quindi è andato più nello specifico sulla vicenda dei due carabinieri, evidenziando come non c’è stato ancora alcun arresto: "queste sono decisioni dell'autorità giudiziaria; una misura cautelare ha bisogno del pericolo di fuga, inquinamento delle fonti di prova o pericolo di reiterazione del reato; queste sono valutazioni della procura della Repubblica che evidentemente fino a questo momento non ha ritenuto ci fossero questi presupposti". E ha concluso: “La giustizia sta facendo il suo corso nei confronti dei due carabinieri di Firenze ma nel frattempo l'Arma ha adottato un provvedimento immediato, forte: la sospensione dalle funzioni comporta il dimezzamento dello stipendio e di non lavorare. Si è deciso subito, anche se le indagini erano nelle primissime fasi e l'accertamento completo delle responsabilità va ancora fatto. Questo chiaramente non ci tranquillizza e quindi non è soltanto l'episodio che dobbiamo considerare ma la possibilità che si ripeta e in questi casi l'Arma, che ha una struttura forte e sana dotata di anticorpi, riesamina sempre le sue procedure, i sistemi di controllo".

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