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Strage rapido 904, il presidente della Corte va in pensione e il processo è tutto da rifare

Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi del processo per la strage del rapido 904 è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all’articolo 603 del codice di procedura penale dalla riforma Orlando. Queste modifiche sostanzialmente impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell’istruttoria.
A cura di Charlotte Matteini
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Il presidente che presiede la Corte incaricata di giudicare il caso relativo alla cosiddetta strage del rapido 904, risalente al 1984, andrà in pensione e per questo motivo il processo d'Appello che si sta svolgendo a Firenze e vede come unico imputato Totò Riina dovrà ricominciare da capo. La corte ha comunicato proprio stamane il rinvio a data da destinarsi del procedimento, un rinvio dettato dalla necessità di consentire il completo svolgimento dell'istruttoria che l'attuale collegio giudicante non avrebbe potuto portare avanti a causa dell'imminente pensionamento del giudice. Così, a distanza di quasi 33 anni, il processo per la strage del rapido 904 subisce un ulteriore rallentamento. A questo punto, stando a quanto determinato dalla normativa vigente, sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che la corte aveva deciso di interrogare in appello. Totò Riina in questo processo era stato assolto in primo grado. La sentenza era stata però impugnata dal pubblico ministero Angela Pietroiusti, che aveva deciso di ricorrere in appello. Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all'articolo 603 del codice di procedura penale – frutto della riforma Orlando – che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell'istruttoria.

La strage del rapido 904

La strage del Rapido 904, soprannominata anche "strage di Natale", avvenne il 23 dicembre 1984 presso la Grande galleria dell'Appennino. Il treno rapido n. 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano, intorno alle 19:08, mentre percorreva la Direttissima in direzione Nord, nei pressi di Vernio, esplose in maniera violentissima. Secondo le indagini, la detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della 9ª carrozza di seconda classe, al centro convoglio: l'ordigno sarebbe stato collocato sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella. Nell'attentato persero la vita 16 persone e 260 rimasero ferite.

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