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Strage Orlando, la moglie del killer forse sapeva della strage e ha cercato di dissuaderlo

Secondo quanto riportano sia la Cnn che Fox, citando fonti dell’Fbi, la donna, interrogata a più riprese dalla polizia, avrebbe ammesso di aver saputo in anticipo dei propositi sanguinari di Omar e, addirittura, di averlo accompagnato nel negozio di armi dove ha acquistato il fucile della strage.
A cura di Redazione
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Noor Zahi Salman, la moglie trentenne di Omar Mateen, il killer che nella notte di sabato ha ucciso 49 persone sparando all'impazzata al Pulse, un locale gay di Orlando, sapeva della strage. Secondo quanto riportano sia la Cnn che Fox, citando fonti dell'Fbi, la donna, interrogata a più riprese dalla polizia, avrebbe ammesso di aver saputo in anticipo dei propositi sanguinari di Omar e, addirittura, di averlo accompagnato nel negozio di armi di Port St. Lucie, vicino dove abitava la coppia in Florida, per acquistare il fucile con cui ha sparato nella discoteca sabato notte. Stando a quanto rivela un responsabile delle indagini sulla strage, citato dal Washington Post, Noor tentò di dissuadere il marito dal compiere l'attacco prima che partisse per Orlando. La donna è adesso indagata, e rischia di essere incriminata e di finire in carcere.

Secondo l'Fbi, tra l'altro, mentre Mateen era ancora dentro il Pulse e contrattava con la polizia – poco prima che questa facesse irruzione nel locale – l'uomo avrebbe anche chiamato la moglie. E sembra anche che i due negli scorsi mesi fossero stati visti diverse volte nella discoteca di Orlando, e che avessero fatto anche una visita al parco divertimenti di Disneyland. Su quest'ultima circostanza indaga l'Fbi, per capire se anche quello potesse essere un possibile obiettivo. A quanto si apprende, comunque, la donna starebbe collaborando con le forze dell'ordine.

Intanto continuano ad accavallarsi le testimonianze sulla personalità di Omar. In precedenza la prima moglie – che ha parlato di una presunta omosessualità del ventinovenne di origine afghane – e il padre – secondo cui il figlio avrebbe agito perché "arrabbiato dopo aver visto due uomini baciarsi". Mateen era stato visto più volte al Pulse da solo, e un compagno di scuola ha rivelato che una volta gli aveva chiesto di uscire. Ieri Warn Horne, un barista di settantuno anni, ha confermato all'Ap che "Omar era un personaggio conosciuto nell’ambiente. Andava al Pulse e in altri posti per ‘rimorchiare' gay". La comunità Lgbt di Orlando, però, non si sbilancia, e parla solo di "rumors" e indiscrezioni "non sostanziate". Voci che, però, conferma di aver sentito anche Russell Walker, trentaduenne attivista della "Hope & Help", associazione no profit del mondo Lgbt: "Personalmente non conoscevo Omar e non ne ho mai sentito parlare. Ma non mi sorprenderei se venisse fuori che frequentava il Pulse o altri locali simili. Certo non sarebbe il primo caso di qualcuno che nasconde, per paura o per altro, il proprio orientamento sessuale".

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