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Strage Oregon: dopo aver ucciso 9 persone il killer si è suicidato

Chris Harper Mercer, il 26enne responsabile della sparatoria all’Umpqua Community College, si è tolto la vita. Lo ha detto lo sceriffo della contea di Douglas County. Bufera su Jeb Bush: “Cose che succedono”.
A cura di Susanna Picone
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Chris Harper Mercer si è tolto la vita dopo aver ucciso nove persone e ferito altre nove all’Umpqua Community College dell’Oregon. A dirlo è stato lo sceriffo della contea di Douglas County, John Hanlin, in conferenza stampa. “Il medico legale ha stabilito che la causa del decesso è stata il suicidio”, spiegando che il killer, che aveva 26 anni, si è tolto la vita subito dopo l'arrivo della polizia nel campus teatro della sparatoria. In particolare, lo sceriffo ha spiegato che i poliziotti sono giunti sul posto sei minuti dopo la prima chiamata al 911 e sono stati coinvolti in un conflitto a fuoco con Chris Harper Mercer. A quel punto l’uomo si è suicidato.

Mercer possedeva 14 armi – Gli investigatori non hanno rivelato altri dettagli sulla dinamica dei fatti e ancora non è chiaro il movente che ha spinto il 26enne a compiere la strage nel campus. Intanto la polizia ha fatto sapere di aver recuperato un’altra arma – è la quattordicesima – a casa di Mercer. Il giovane le aveva tutte acquistate legalmente. La famiglia del killer, in un comunicato rilasciato oggi, ha espresso “shock e profondo dolore”: “I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a tutte le famiglie di coloro che sono morti e a quelli che sono rimasti feriti”.

Il racconto di una sopravvissuta – Una studentessa che si è salvata fingendosi morta quando Mercer stava ancora sparando ha raccontato che il giovane ha risparmiato la vita a uno studente per consegnarli un pacco che voleva far arrivare alla polizia. Gli inquirenti non hanno voluto confermare di avere il pacco, limitandosi a dire di aver recuperato una specie di manifesto, un messaggio diretto proprio a loro, ma non hanno voluto rivelarne il contenuto.

Jeb Bush: “Cose che succedono” – Subito dopo l’ennesima strage negli Usa il presidente Barack Obama ha insistito sulla necessità di cambiare la legge sulla vendita delle armi mentre Jeb Bush, candidato alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, ha detto che queste “sono cose che succedono”. “Viviamo tempi difficili nel nostro Paese e non credo che più governo sia necessariamente la risposta. Ho vissuto anch'io queste cose quando ero governatore perché succedono, e provocano sempre una crisi. L'impulso che ci spinge a reagire non sempre è quella giusto”, ha detto Jeb Bush, immediatamente attaccato dai democratici. Obama ha poi risposto indirettamente a Bush: “Non credo nemmeno che debba reagire. Credo che il popolo americano sia in grado di fare una valutazione basandosi sul fatto che quasi ogni mese abbiamo una sparatoria di massa e possono decidere se si tratta di ‘cose che succedono'”. Finito nella bufera Bush si è poi difeso sostenendo che i suoi commenti non erano riferiti alla strage nell’Oregon.

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