Strage Monaco, il 19enne eroe fa scudo alla sorella gemella e viene ucciso dal killer
Tra le vittime dell’attentato di venerdì scorso a Monaco di Baviera c’è anche Huseyin Dayicik, 19 anni, di origini greche, uno dei tanti giovani caduti sotto i colpi dello squilibrato Ali Somboly, tedesco-iraniani. In queste ore i media locali stanno diffondendo la sua storia. E’ la storia di un eroe. Il ragazzo si è infatti sacrificato per salvare la vita della sorella gemella: invece di fuggire, dopo aver capito cosa stava succedendo al centro commerciale Olympia. I due ragazzi stavano erano lì per fare alcuni regali per la loro famiglia quando si sono trovati vittime dell’attacco. Ma un attimo prima che il killer aprisse il fuoco, Huseyin è riuscito a spingere via la sorella dal campo d’azione del folle, finendo tuttavia per essere colpito lui da Somboly: due pallottole che sono risultate fatali.
Il bilancio finale della strage di Monaco di Baviera è di nove vittime e 27 feriti, di cui tre vengono definiti "gravi". Una strage di ragazzi: otto vittime avevano un'età compresa tra i 13 e i 21 anni (due ragazzine e sei giovani, tra i quali anche Huseyin). Solo la nona vittima, una donna, aveva 45 anni. Come ampiamente emerso, Alì Somboly non avrebbe legami con l'Isis. Lo ha confermato la polizia tedesca, parlando di un giovane in cura per problemi psichici, con un passato da vittima di bullismo e con l'ossessione per le stragi: la scelta di colpire nel quinto anniversario da quella di Utoya, non sarebbe casuale. Il killer si sarebbe infatti ispirato a Andres Breivik, il terrorista norvegese che il 22 luglio del 2011 seminò sangue e morte tra Oslo e l’isola del Tyrifjorden. Alla fine, il killer di Monaco si è suicidato con uno sparo alla testa mentre si trovava di fronte a dei poliziotti.
