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Strage in Siria, serie di attentati a Homs: oltre 40 morti

Diversi attentatori hanno preso di mira le sedi delle forze di sicurezza a Homs causando decine di vittime. Tra i morti il capo di intelligence militare.
A cura di Susanna Picone
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Decine di persone sono rimaste uccise in una serie di attacchi avvenuti contro le forze di sicurezza a Homs, la terza città della Siria, controllata dal governo di Assad. Secondo il primo bilancio fornito dall'Osservatorio siriano dei diritti umani, secondo il quale sin dall'alba nella città si sono sentiti colpi di arma da fuoco ed esplosioni, almeno quarantadue persone sono morte. Stando a quanto riferito dal governatore di Homs, Talal Barzani, all'Associated Press, le esplosioni registrate in città sono state almeno tre. Gli attentati hanno colpito i quartieri generali delle forze dell'ordine statali e dei servizi segreti militari e civili, nei quartiere di al-Ghouta e Al Mahatta, che si trovano nel centro della città. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani avrebbero agito almeno sei terroristi e alcuni di loro si sarebbero fatti saltare in aria.

Ucciso il generale Hassan Daabul – “Gli attacchi hanno colpito la sede della Sicurezza di Stato e quella dell'intelligence militare situate in due quartieri nel centro” di Homs, ha detto alla France presse Rami Abdel Rahman, direttore dell'ong. Tra le persone rimaste uccise ci sarebbe anche il generale Hassan Daabul, capo del dipartimento per la sicurezza militare della provincia di Homs. Anche la tv di Stato siriana ha confermato che tra le vittime c'è il capo dell'intelligence militare a Homs: “Il capo dell'unità dell'intelligence militare, generale Hassan Daaboul, è morto a seguito degli attacchi terroristici messi a segno da sei attentatori suicidi che hanno colpito due sedi della sicurezza a Homs”, ha riferito l'emittente.

Rivendicato l'attacco in Siria – Il front Fateh al-Sham, l'ex branca di Al Qaida in Siria, di fatto la nuova sigla di Al-Nusra, ha rivendicato l'attacco di oggi. La città di Homs è sotto il controllo del governo di Damasco dal maggio del 2014, quando i ribelli la lasciarono a seguito di un accordo di tregua raggiunto con la mediazione dell'Onu. Da allora comunque ci sono stati diversi attentati: lo scorso anno almeno 64 persone morirono in due attacchi.

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