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Strage di Capaci: poliziotto costretto a ritrattare una testimonianza su un furgone bianco

Un agente della stradale avrebbe visto un furgone bianco sul luogo della strage, ma sarebbe stato costretto a ritrattare la testimonianza da un funzionario del ministero degli interni.
A cura di D. F.
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C'era un furgone bianco il 23 maggio del 1992, quando a Capaci venne ucciso in un attentato il giudice Giovanni Falcone? E' questo l'ultimo mistero sulla strage ed emerge dopo più di 20 anni. Un agente di polizia a poche ore dall'esplosione raccontò di aver visto un furgone bianco a pochi metri dal luogo dell'attentato. Dopo qualche giorno, tuttavia, cambiò la versione, spostando il mezzo a centinaia di metri di distanza. Ad invitarlo a ritrattare sarebbe stato Gioacchino Genchi, ex funzionario del del ministero degli Interni, esperto di telematica e telefonia destituito dalla polizia "per motivi disciplinari". Sarebbe stato lui a invitare il poliziotto a cambiare versione dei fatti. Ebbene, a oltre 20 anni su quel furgone bianco gli inquirenti hanno deciso di fare luce.

L'agente di Polizia si chiama D. M.. All'indomani della strage riferisce al suo superiore: "Nello stesso punto dell'attentato ho notato un mezzo bianco con alcune persone intorno". Il superiore invia una relazione a più uffici della Questura di Palermo, ma dop una settimana il poliziotto ritratta di suo pugno: "Mi sono sbagliato, quel furgone bianco non era sul luogo dell'attentato, ma in una stradella più sotto che mi pare si chiami via Kennedy". A partire da quest'ultima versione il furgone bianco sarebbe sparito dalle indagini per i 20 anni seguenti, finché qualche mese fa Sergio Lari – procuratore di Caltanissetta – ha riletto gli atti dell'inchiesta e si è accorto della "doppia versione" sul furgone bianco. A quel punto D.M. è stato convocato e interrogato per capire quale delle due versioni fosse quella vera: "Ho dovuto cambiare versione, qualcuno è venuto da me e mi ha detto che era meglio se quel furgone bianco usciva dalla scena del crimine". Chi è stato? "Un poliziotto molto noto, anzi un ex poliziotto: Gioacchino Genchi".

Genchi, oggi avvocato, è oggi indagato: un atto dovuto, certo, ma quando è stato ascoltato dai pm ha dichiarato di non aver mai intimato al poliziotto di cambiare versione, e anzi di non averlo mai conosciuto. Ma se non è stato lui, chi è stato a minacciare l'agente della stradale? E chi c'era intorno a quel furgone?

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