4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Strage di Capaci, c’è un nuovo pentito: Cosimo D’Amato “il pescatore di bombe”

Già condannato con il rito abbreviato a 30 anni di carcere per la strage, ha deciso di collaborare con la magistratura: è accusato di avere fornito parte del tritolo utilizzato per assassinare il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e i tre uomini della scorta, il 23 maggio 1992.
A cura di Biagio Chiariello
4 CONDIVISIONI
Immagine


Lo chiamano il “pescatore di bombe“, ed è stato già condannato in abbreviato a 30 anni di carcere per la strage di Capaci. Cosimo D’Amato, secondo i pm è l'uomo che avrebbe aiutato i boss mafiosi a reperire l'esplosivo da alcune bombe della seconda guerra mondiale rimaste in fondo al mare usato sia per l’eccidio del 23 maggio 1992, quando Cosa Nostra uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, sia per Roma e Firenze.

Ebbene, D’Amato ha deciso di collaborare con la giustizia, secondo quanto emerso questa mattina nel nuovo processo per la strage, nella quale risultano imputati i mafiosi Salvo Madonia e Vittorio Tutino, assieme a Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello. l processo d’Appello in abbreviato, che vede imputati anche Giuseppe Barranca e Cristofaro Cannella, condannati all’ergastolo in primo grado, inizierà il prossimo 14 ottobre. Nei primi interrogatori agli inquirenti il neo pentito, accusato da Gaspare Spatuzza, ha detto di essersi pentito perché ha deciso di cambiare vita. Il rappresentante dell'accusa, il pm della Dda Stefano Luciani, ha già chiesto l'audizione di D'Amato, ma sulla richiesta devono ancora pronunciarsi i legali degli imputati.

Sempre nel processo per la strage di Capaci, Giovanni Aiello, l'ex poliziotto detto ‘faccia da mostro’, imputato di reato connesso, chiamato a deporre in Corte d'Assise a Caltanissetta. si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Chiedo scusa signor presidente – ha detto stamattina rivolgendosi alla Corte – ma mi sento travolto da una furia di cose che non riesco a comprendere". Aiello avrebbe ricoperto un ruolo nell'ambito delle stragi in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’ex poliziotto sarebbe rimasto sfigurato dopo un conflitto a fuoco avvenuto in Sardegna: "Si trattò di un colpo accidentale", ha detto questa mattina in aula il fratello Antonio. Successivamente fu a Palermo, alla Squadra Mobile, e dopo qualche anno congedato. "Forse all'epoca del trasferimento dalla Sardegna alla Sicilia, alla Squadra Mobile di Palermo – ha detto il testimone – c'era Bruno Contrada".

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views