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Stefano, il sindaco che ha salvato il suo paesino con i migranti: “La solidarietà paga”

Stefano Ioli Calabrò è sindaco di Sant’Alessio, piccolo paese in Aspromonte in controtendenza: dai 360 abitanti degli anni scorsi oggi si arriva a 400 grazie all’inserimento di rifugiati che si sono integrati perfettamente nella comunità e ne sostengono l’economia.
A cura di Giulio Cavalli
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Un sindaco di un paese di 400 anime in Aspromonte che riceve una lettera di ringraziamento da Papa Francesco, partecipa al summit dei sindaci europei e (grazie all'aiuto del medico Luigi De Filippis, responsabile della locale equipe SPRAR) diventa un punto di riferimento in tema di accoglienza e buona amministrazione: è Stefano Ioli Calabrò, primo cittadino di Sant'Alessio in Aspromonte, che a partire dal 2014 sta valorizzando i vantaggi dell'accoglienza (sono circa una trentina i migranti accolti, su un totale di 400 abitanti) e dimostra, dati alla mano, che la solidarietà non solo non "costa" ma se sfruttata con intelligenza "paga".

Innanzitutto Sant'Alessio si è "ripopolata", andando in controtendenza rispetto ai comuni limitrofi che, da anni, subiscono le conseguenza di una popolazione decimata di anno in anno: «La scuola stava per chiudere, e si sa che, nel momento in cui si ritrova senza scuola, un paese finisce per avere un’involuzione spesso irreversibile. Portando famiglie di migranti, con figli quindi in età scolare che si sono iscritti in quella scuola, abbiamo permesso di tenere la struttura aperta», ha raccontato in un'intervista a Radio Popolare De Filippis, responsabile del progetto.

«Dalle botteghe di paese, ai piccoli esercizi commerciali, allo sfruttamento delle case sfitte: il territorio ha una ricaduta positiva immediata e questo per me è l’elemento davvero vincente della microaccoglienza in piccoli centri», raccontano da Sant'Alessio dove, tra l'altro, l'accoglienza ha anche permesso di assumere alcuni concittadini per seguirne gli sviluppi. E anche sul luogo comune dei "35 euro al giorno per ogni migrante" da questa parti hanno la risposta pronta: «La verità è che comunque i soldi destinati al mantenere questi richiedenti asilo rientrano nel territorio, e si creano le condizioni per la crescita di un’economia sana, che sfugge alle logiche del mercato nero», dicono i responsabili.

Così Sant'Alessio finisce per invertire quel futuro segnato di abbandono e sta sulle pagine dei giornali di mezza Europa (il sindaco parte oggi per il Forum mondiale contro le violenze urbane e l'educazione alla convivenza e alla pace, a Madrid) e loro, i "vulnerabili" come chiamano da queste parti i rifugiati, si occupano di pulizia del verde, recupero floreale e lavori di falegnameria.

Anche da piccoli si diventa capitale, nei paesi dove si pratica cuore e cervello.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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