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Stato – Mafia: Napolitano verrà interrogato anche dall’avvocato di Totò Riina

Il Capo dello Stato risponderà alle domande di Luca Cianferoni, legale del boss mafioso. Lo ha stabilito la Corte d’Assise.
A cura di Davide Falcioni
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Nell'udienza del processo sulla trattativa Stato-Mafia del prossimo 28 ottobre, alla quale parteciperà anche Giorgio Napolitano, il legale del boss Totò Riina potrà interrogare il Capo dello Stato. A deciderlo è stata la Corte d'Assise, che ha accolto l’istanza presentata ieri dell'avvocato del capo mafia Luca Cianferoni, stabilendo che potrà porre domande al Presidente della Repubblica su quanto accadde fra il 1993 e il 1994, quindi su temi nuovi rispetto a quelli originariamente stabiliti dai giudici.

La richiesta avanzata dal legale di Totò Riina segue quella del pubblico ministero Nino Di Matteo, che aveva chiesto alla Corte d'Assise di poter interrogare Napolitano su un vecchio rapporto del Sismi, che nel 1993 rivelava un rischi attentato proprio l'allora presidente della Camera: "La vicenda, emersa di recente, è connessa al tema dell’audizione — aveva spiegato il magistrato — ovvero, la lettera del consigliere D’Ambrosio, che sul 1993 esprimeva perplessità". Secondo il collegio, presieduto da Alfredo Montalto, quella documentazione di oltre 20 anni fa è rilevante e quindi "ammessa al processo": potrà quindi essere usata per le domande a Giorgio Napolitano nella sua audizione di martedì prossimo. "Si riferisce infatti a un periodo in cui il teste non ricopriva la carica di presidente della Repubblica". "In questo senso non ci sono limiti previsti dalla sentenza della corte costituzionale".

Il dossier del servizio segreto militare è stato consegnato alla procura di Palermo nei giorni scorsi: il rapporto era stato recuperato nel 2002 da Gabriele Chelazzi, pm della direzione nazionale antimafia, che morì di infarto pochi mesi dopo. Nessuno aveva più saputo nulla della nota del servizio segreto, che è stata ritrovata nelle scorse settimane in un archivio della procura di Firenze.

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