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Marò, il governo indiano non si opporrà al rientro in Italia di Latorre

Secondo quanto riporta oggi la stampa indiana i due marò italiani coinvolti nell’incidente avvenuto il 15 febbraio 2012 al largo del Kerala avrebbero fatto pressioni sul capitano della petroliera Enrica Lexie per inviare un rapporto in cui si sosteneva che i pescatori erano armati. Intanto il governo apre al possibile rientro di Latorre.
A cura di Susanna Picone
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Ore 14.45 – Il governo non si opporrà al rientro di Latorre in Italia. Se la Corte Suprema indiana concederà l’autorizzazione al rientro in Italia del marò Massimiliano Latorre per ragioni umanitarie il governo non si opporrà. A dichiararlo, facendo così sperare nel rientro in Italia del fuciliere ricoverato nei giorni scorsi per un malore, è stato il ministro degli Esteri Sushma Swaraj. Rispondendo a una domanda dell’agenzia Ansa, il ministro ha ribadito “non faremo opposizione ad una decisione della Corte”. La difesa del marò Latorre ne ha chiesto il rimpatrio per tre o quattro mesi per motivi di salute dopo l'attacco ischemico subito. La corte suprema indiana questa mattina ha chiesto un parere al governo e ha rinviato al 12 settembre l’udienza sul rimpatrio.
Ore 9.50 – Rinviata sentenza per il rimpatrio del marò Latorre. La corte suprema indiana ha esaminato l'istanza in cui la difesa di Latorre chiedeva il suo rimpatrio per due settimane per motivi di salute dopo l'attacco ischemico subito ed ha chiesto al governo un parere aggiornando l'udienza al 12 settembre. La Corte suprema indiana ha inoltre esentato Latorre su richiesta della difesa dall'obbligo di firma presso il commissariato di polizia per due settimane per le sue condizioni di salute.

Nel giorno in cui i legali dei due marò italiani presentano l'istanza in cui si chiede l'autorizzazione al rimpatrio in Italia di Massimiliano Latorre, dimesso da poche ore dall’ospedale in seguito a un malore, dalla stampa indiana emergono nuove accuse nei confronti dei due fucilieri. I due marò italiani trattenuti in India in seguito a quanto accaduto nel febbraio del 2012, quando due pescatori indiani sono stati uccisi al largo del Kerala, secondo i media indiani “presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare”. A riportare la notizia oggi è il quotidiano Hindustan Times. Una fonte del ministero dell'Interno indiano che ha richiesto l'anonimato avrebbe detto al giornale che “il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony erano armati”. Ma, secondo quanto afferma ancora la fonte, “gli investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a bordo erano disarmati”.

“Marò fecero pressioni sul capitano della Enrica Lexie”

Secondo l'Hindustan Times, l'e-mail fu mandata a un'organizzazione per la sicurezza marittima perché fosse trasmessa all'Organizzazione Marittima Internazionale, l'agenzia Onu che si occupa di sicurezza sui mari. “Ma quando durante le sue indagini l'Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitano della Enrica Lexie – avrebbe detto ancora la fonte degli Interni – questi ha negato di essere stato testimone dell'incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la e-mail sotto la pressione dei fucilieri di Marina accusati”. Il piano sarebbe stato quello di far passare i pescatori indiani come pirati.  Secondo quanto riporta ancora il quotidiano, la Nia non ha voluto commentare queste dichiarazioni: fonti della polizia hanno solo risposto che presenteranno il rapporto con i capi di accusa al tribunale che deve processare i due militari una volta che tutte le questioni sollevate saranno state risolte dalla Corte Suprema.

Caso marò, Pinotti “molto preoccupata”

Sul caso dei due marò detenuti in India è intervenuta nelle ultime ore il ministro della Difesa Roberta Pinotti. “Sono molto preoccupata e agisco con tutta l’attenzione necessaria. Se la situazione fosse stata facile, l’avremmo già risolta”, ha spiegato Pinotti durante l’incontro pubblico nell’ambito della Festa dell’unità. “Mi auguro si possa aprire un dialogo col nuovo governo indiano, altrimenti c’è la strada dell’internazionalizzazione con il coinvolgimento dell’Onu”, ha affermato ancora. Parlando di Latorre e Girone il ministro ha fatto riferimento a “due militari italiani in missione all’estero” che “non possono essere giudicati in India sulla base dell’immunità funzionale”.

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