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Stamina venduto a casa farmaceutica

A dichiararlo è lo stesso Vannoni, titolare di Stamina Foundation, in un documento del 21 febbraio 2013.
A cura di Redazione
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Per ora non trapela alcuna informazione ufficiale, ma sembra ormai probabile che il protocollo presentato il primo agosto da Davide Vannoni, titolare di Stamina Foundation, al Ministero non avrà alcun via libera per la sperimentazione. La documentazione, del resto, non avrebbe rivelato i dettagli del mix che Vannoni starebbe difendendo gelosamente. Lo stesso fondatore di Stamina, intervistato da Radio Radicale, aveva contestato la sperimentazione in fase III pochi giorni fa, affermando che

Per arrivare a curare su più vasta scala le persone con il metodo Stamina, accanto alle fasi uno e due, che attesteranno i livelli di efficacia di questa metodologia su una patologia in particolare, è prevista anche una fase tre, quella clinica, che però non è previsto che lo Stato finanzi. Un membro della Commissione ci ha detto che dovremo trovare una casa farmaceutica che paghi la fase tre e che una volta terminata potrò vendere la terapia. Io non ho intenzione di farlo quindi è una sperimentazione che arriverà alla fase due e morirà lì. Lo Stato si poteva risparmiare tranquillamente i tre milioni di euro stanziati.

Per la fase III sarebbe dunque necessario l'intervento di una casa farmaceutica, ma Vannoni "non avrebbe mai accettato una fase III se non gratuita e pagata dallo Stato". Peccato che la metodica di Stamina sia stata già ceduta. Osserva il Corriere della Sera che, nel documento che i legali di Vannoni presentarono il 21 febbraio 2013 a proposito dei limiti della sperimentazione, si legge nel punto 7 che:

La metodica e il know-how di Stamina sono uniche al mondo e prevedono passaggi che non sono attualmente ancora oggetto di brevetto, ma sono considerati segreti industriali. Stamina ha ceduto la metodica a società di un gruppo di ricerca e sviluppo farmaceutici, che ha previsto penali pesantissime nei confronti del prof. Vannoni nel caso in cui vengano divulgate, senza autorizzazione scritta, informazioni confidenziali.

Vannoni, dunque, non vuole inserire alcuna società farmaceutica, nemmeno per la sperimentazione. Del resto, una società farmaceutica già c'è.

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