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Stamina, infusioni a Brescia per due bambini. E arriva una nuova ordinanza

Due infusioni agli Spedali Civili di Brescia con le cellule preparate con il metodo Stamina sono state somministrate al piccolo Federico Mezzina e a un bambino di Trapani. Intanto il tribunale di Roma ha deliberato che anche la piccola Ludovica, otto anni, dovrà essere curata.
A cura di Susanna Picone
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Nonostante il caos sul controverso metodo Stamina di Davide Vannoni, oggi agli Spedali Civili di Brescia sono state praticate infusioni a due pazienti. Due infusioni che sono frutto di sentenze dei tribunali del lavoro. Giunti a Brescia per essere curati con il metodo Stamina due bambini, il piccolo Federico Mezzina di Fano, affetto dal morbo di Krabbe, e un bambino siciliano affetto da distrofia di Duchenne. L’infusione al bimbo siciliano, praticata su ordine dell'autorità giudiziaria dopo il ricorso dei familiari per garantire la continuazione del trattamento Stamina dopo che l'ospedale aveva deciso di sospendere i trattamenti, è stata fatta “una parte endovena ed una parte intramuscolo”, ha detto Giuseppe Morfino, presidente dell’ordine dei Medici di Trapani. Il bambino rimarrà in osservazione per qualche ora “e faremo alcuni esami di controllo”, ha spiegato ancora il medico il quale ha detto di aver trovato in ospedale un clima di collaborazione. Morfino ha operato con un’équipe esterna, di cui fanno parte anche il vicepresidente di Stamina foundation, Marino Andolina, e la biologa di Stamina Erica Molino. Del piccolo Federico Mezzina ha parlato, invece, lo stesso Andolina, nominato ausiliario dal giudice di Pesaro perché assicurasse il proseguimento del trattamento sul paziente già in terapia nell’ospedale di Brescia: “È chiaramente migliorato – ha detto Andolina – abbiamo fatto sia l’endovena che l’endorachidea, è andato tutto bene”.

La nuova ordinanza a Roma per Ludovica, otto anni

Il vice di Vannoni ha aggiunto che “si fa molta più fatica a riempire le carte che non a fare l’iniezione” e ha detto di augurarsi che le cose vadano bene anche per i prossimi pazienti che hanno ottenuto una sentenza. Il riferimento è alla piccola Noemi, la bimba di Chieti affetta da Sma1, e a Ludovica, una bambina di otto anni affetta dalla malattia di Tay Sachs. Per entrambe i tribunali dell’Aquila e di Roma hanno nominato Erica Molino, una biologa di Stamina foundation, coordinatrice dell’équipe che dovrà effettuare il trattamento. Per la bambina romana questa sarebbe la quinta infusione, con cellule prelevate in precedenza ai genitori tramite carotaggio: “Ludovica sta abbastanza bene, è sveglia ma non fa le infusioni da dicembre, penso ai benefici che avrebbe potuto avere facendole in maniera continuativa, circa ogni 40 giorni”, questo il commento di sua madre. “Noi genitori – ha aggiunto la donna parlando del metodo Stamina – siamo stanchi di essere scambiati per dei visionari, anche per questo stiamo tentando di metterci in contatto con la struttura dalla quale la bambina viene seguita perché valuti con esami strumentali come sta prima e dopo le infusioni”.

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