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Spari sul barcone dei migranti: è caccia all’autore del video

Il video girato a bordo della nave militare Aliseo mostrava le raffiche di artiglieria sparate contro un peschereccio carico di migranti. Ora scatta l’inchiesta interna, ma non per fare luce sul comportamento dei militari. È caccia a chi girò quelle immagini così compromettenti.
A cura di Antonio Musella
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Mentre continua la conta dei morti dell'ultimo naufragio di migranti nel canale di Sicilia, si tinge di giallo la vicenda sollevata poche settimane fa che vedeva protagonisti alcuni militari della marina sorpresi a sparare contro un barcone di migranti. Risale a poco più di un mese fa la divulgazione del video girato a bordo della nave Aliseo della Marina Militare Italiana, in cui apparivano alcuni militari intenti a sparare raffiche di proiettili contro un barcone di migranti. I natanti, tutti migranti provenienti da vari paesi del Mediterraneo, furono salvati da un'altra nave militare mentre quel barcone oggetto degli spari affondò ufficialmente per le "cattive condizioni meteo" nonostante le immagini mostrassero un mare calmissimo. La Marina Militare ha aperto una inchiesta interna per scoprire l'identità del militare che ha girato quel video

Le interrogazioni parlamentari – Il video girato dalla nave Aliseo e diffuso dal Partito per i diritti dei militari, descriveva come gli spari, che probabilmente hanno causato l'affondamento del peschereccio, erano del tutto ingiustificati visto che il barcone non rappresentava pericolo per la nave Aliseo. Dopo la divulgazione del video, i deputati del Partito Democratico, Khalid Chaouki e Giuditta Pini, chiesero attraverso un'interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa Roberta Pinotti, di fare piena luce su quello che accade il 19 novembre del 2013 a bordo dell'Aliseo nel bel mezzo del canale di Sicilia. Alla presa di posizione dei deputati democratici si aggiunge anche la protesta dei Radicali che con l'ex deputato Maurizio Turco furono tra i primi a denunciare ciò che accadde a bordo dell'Aliseo.
Su quell'episodio, avvenuto lo scorso 19 novembre e denunciato solo un mese fa, si attendono ancora chiarimenti. Intanto per la Marina Militare ha fatto partire un' inchiesta interna per scovare l'autore del video. A denunciarlo è il Partito dei Militari che parla di un clima da "santa inquisizione" all'interno del personale della Marina Militare per scovare l'autore del video, girato con smartphone, che è stato poi divulgato suscitando clamore ed indignazione. Oltre agli spari il video documenta come il personale della Marina Militare successivamente al salvataggio da parte di altra nave dei migranti a bordo del peschereccio, abbia abbandonato in mare volontariamente i motori dei gommoni usati per il trasbordo, smontandoli dalle imbarcazioni e gettandoli in mare dove si sono inabissati.

L'inchiesta interna – Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi ha fatto partire una inchiesta interna tesa ad accertare "l'esportazione non autorizzata di materiale video/foto prodotto a bordo" della nave Aliseo.
"Mi chiedo come mai De Giorgi non si preoccupi di accertare se sia stato commesso qualche reato nell'uso indiscriminato delle armi o nell'aver gettato in mare un motore staccato da un gommone" denuncia Luca Marco Comellini del Partito dei Militari che ha divulgato il video girato a bordo dell'Aliseo. "Se l'ammiraglio De Giorgio vuole chiarimenti posso darglieli io – si legge nel comunicato stampa di Comellini – così si porrà fine a questa caccia alle streghe".
Intanto sul comportamento dei militari a bordo dell'Aliseo sembra che le autorità della Marina non abbiano aperto alcuna inchiesta. Resta invece aperto un fascicolo d'inchiesta della Procura Militare di Napoli dove, a seguito della divulgazione del video, fu presentato un esposto denuncia da parte di Comellini.

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