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Spara all’uomo che investì e uccise la moglie, lascia pistola sulla tomba e si costituisce

Fabio Di Lello è stato fermato poco dopo aver sparato contro Italo D’Elisa, l’uomo che mesi fa aveva investito e ucciso sua moglie. L’omicidio a Vasto, in provincia di Chieti.
A cura di Susanna Picone
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Roberta Smargiassi, la moglie dell'uomo arrestato
Roberta Smargiassi, la moglie dell'uomo arrestato

Un giovane di ventidue anni, Italo D'Elisa, è stato ucciso a colpi di pistola davanti a un bar a Vasto, nella provincia di Chieti. L'uomo è stato freddato davanti all’ingresso del locale, nei pressi della circonvallazione Histoniense, dal marito di una donna morta mesi fa in un incidente provocato dal ventiduenne. Le ricerche del presunto assassino sono andate avanti per poco dato che poi l’uomo si è costituito ai carabinieri. Si tratta di Fabio Di Lello, che la scorsa estate aveva perso la moglie 34enne Roberta Smargiassi quando l’auto guidata appunto dal giovane assassinato oggi la investì. Prima di consegnarsi alle forze dell'ordine l’uomo avrebbe chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l'assassino di sua moglie e annunciandogli che si stava recando al cimitero per salutare la sua Roberta.

L'arma ritrovata sulla tomba della moglie

I primi a giungere sulla tomba della donna sono stati i carabinieri della locale compagnia che hanno rinvenuto però solo l'arma presumibilmente usata per uccidere, custodita in una busta di plastica trasparente. Poco dopo Di Lello si è presentato dai carabinieri insieme al suo avvocato. Intervenuta la scientifica per i rilievi. Sul posto è giunto anche il procuratore capo della Repubblica Giampiero Di Florio. Il padre di D'Elisa ad alta voce ha gridato “Maledetti, me lo avete ucciso”.

Tra la vittima e l’omicida ci sarebbe stato uno scambio di battute

Di Lello avrebbe scambiato qualche parola con la sua vittima prima di estrarre la pistola dalla tasca e colpire frontalmente all'addome il giovane. È quanto trapelato dalle notizie che filtrano tra gli investigatori. Pietro Falco, direttore di medicina legale dell'Asl Lanciano- Vasto-Chieti, ha eseguito sul posto una prima ricognizione cadaverica, ma per stabilire il numero dei colpi e quali siano stati letali sarà necessaria l'autopsia. Le indagini saranno coordinate dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia. Intanto Di Lello è guardato a vista nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Vasto dove è attualmente in stato di fermo dopo essersi costituito. Con lui ci sono gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni.

La vittima, Italo D'Elisa
La vittima, Italo D'Elisa

La foto "Giustizia per Roberta" sul profilo Facebook dell'omicida

Sul profilo Facebook di Fabio Di Lello campeggia la foto della moglie con la scritta “Giustizia per Roberta”. La foto di copertina è invece tratta dal film “Il gladiatore”, dalla scena in cui il protagonista scopre la sua famiglia massacrata per vendetta. La “vendetta” di Di Lello si è consumata circa sette mesi dopo la morte di sua moglie, non lontano da quell’incrocio dove nello scorso luglio l’auto guidata dalla vittima aveva travolto e ucciso Roberta, che viaggiava a bordo di uno scooter.

Roberta Smargiassi morta lo scorso luglio in un incidente

Secondo la ricostruzione, la 34enne vastese sul suo scooter Yamaha Sh650 si scontrò con una Fiat Punto guidata da D'Elisa, all'incrocio tra Corso Mazzini e Via Giulio Cesare, a Vasto. Dopo l'impatto la ragazza si schiantò contro il semaforo che regolava l'incrocio, ricadendo sull'asfalto. Morì in ospedale. L'impatto con la moto, mandò la Punto contro un'altra auto in transito. Sul posto intervennero carabinieri e vigili del Fuoco del comando di Vasto, insieme ai medici del 118. I guidatori delle due auto furono sottoposti a vari accertamenti. Alcuni giorni dopo l'incidente un'enorme folla partecipò alla fiaccolata in ricordo di Roberta, partita proprio da quell'incrocio dove la donna era stata travolta. In prima fila il marito, il papà e altri familiari. Tutti chiedevano giustizia per la giovane donna che lavorava nel panificio del suocero, una delle panetterie più rinomate di Vasto.

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D'Elisa era indagato per omicidio stradale

“C'è stata una campagna di odio da parte dei familiari di questa ragazza che è stata coinvolta in questo terribile incidente che purtroppo ha portato a questo risultato. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c’è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione”, è il commento dell’avvocato della famiglia D'Elisa, Pompeo Del Re. “Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D'Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. Ci era stata notificata – ha detto il legale – la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio”. D'Elisa era indagato per omicidio stradale. “Ma a quanto pare – ha detto ancora l’avvocato – Italo è stato seguito, sono stati seguiti i suoi spostamenti e alla fine è stato ucciso. Sono stati esplosi più colpi di proiettile. È chiaro l'intento e la premeditazione da quanto si era verificato l'incidente”.

Il pm Di Florio: “Una tragedia nella tragedia”

“È una tragedia nella tragedia, questo è lo sconforto”, il commento del procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale, Giampiero Di Florio. Quando gli si chiede cosa ne pensa di quanto apparso sulla rete, dove si era innescato un clima d'odio nei confronti della vittima il procuratore risponde: “Non mi parlate della rete perché sono assolutamente contrario a tutte queste forme di comunicazione. Vedo una gioventù malsana che non parla più e si affida a questi commenti spregiudicati. Sono forme di violenze anche quelle. Sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete dove cova l'odio”.

A dicembre i familiari avevano organizzato un torneo per Roberta

Il 30 dicembre scorso per chiedere “Giustizia per Roberta”, i familiari e il marito avevano organizzato un “memorial natalizio di calciotto” presso il centro sportivo “San Gabriele” di Vasto. Al memorial avevano partecipato quattro squadre, tra cui una formata dagli amici di Roberta e Fabio. Sulla locandina che annunciava il torneo c'era la foto della donna e la scritta “giustizia per Roberta”. Fabio Di Lello è molto conosciuto nel mondo sportivo abruzzese per essere stato calciatore con squadre dell'area frentana e della Val di Sangro fino ai primi del Duemila. Nella sua carriera l’uomo ha indossato le maglie di diverse formazioni regionali tra cui quelle del Casoli, della Virtus Cupello, del S.Paolo Calcio Pro Vasto e del Vasto Marina.

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