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“Sono disperata, vendo un rene a 100mila euro”. L’annuncio su un sito di e-commerce

Una dona della provincia di Savona ha messo in vendita un rene a 100mila euro su un sito di e-commerce.
A cura di Davide Falcioni
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Disoccupata, con tre figli e senza risorse economiche sufficienti a garantir loro un'esistenza dignitosa una donna ha messo in vendita un rene su internet chiedendo 100mila euro. Potrebbe sembrare uno scherzo di pessimo gusto, invece è l'ennesima storia di disperazione e povertà che stavolta arriva dalla Liguria: come racconta Il Secolo XIX l'annuncio è stato postato su Shpock, un sito di e-commerce, con tanto di descrizione e numero di telefono. Fortunatamente i carabinieri se ne sono accorti in tempo e sono intervenuti per rimuovere la pubblicazione.

A "vendersi" era stata Melinda K., che aveva pubblicato a sostegno dell'annuncio – scritto in italiano stentato – la foto sua e dei suoi tre figli, con tanto di numero di telefono e contro il volere del marito. "Vendita urgentemente un René grupo01 rh Positiva aspetto urgentemente chi a bisogno telefonicamente". Segue un numero di cellulare. Il nome del mittente, invece, sarebbe quello di tale Melinda. Chi ha tentato di chiamarla ha effettivamente ottenuto risposta da una donna con accento straniero e presumibilmente originaria della Romania: "Sì sono io, l’annuncio l’ho messo io. Vendo un rene. Centomila euro, abbiamo bisogno di soldi, siamo in difficoltà". La donna spiega che da pochi giorni vive a Pallare, piccolo centro nel cuore della Valbormida, provincia di Savona. "Ne ho messi tanti, di annunci – dice – Vendo una camera da letto, dei mobili…", si giustifica, quasi come a dire che in fondo vendere un organo è come vendere un armadio o un vecchio telefono cellulare.

Della vicenda si stanno ora occupando i carabinieri, la famiglia è stata ovviamente anche segnalata ai servizi sociali anche se il marito della donna si è affrettato a prendere le distanze dall'iniziativa della moglie: "Non sono mai stato d'accordo". Il rischio, però, è che possano effettivamente essere presi seri provvedimenti.

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