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Sondaggi referendum costituzionale: il fronte del No in netto vantaggio

Nell’ultimo giorno possibile per la diffusione dei sondaggi sul referendum costituzionale emerge un dato chiaro: il fronte del No è in netto vantaggio, da 7 a 10 punti percentuali. Resta alta l’incognita “indecisi” e “orientati all’astensione”.
A cura di Redazione
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A poco più di due settimane dal referendum costituzionale, restano sostanzialmente invariate le distanze fra i due schieramenti, con il fonte del No che continua a conservare un ampio margine di sicurezza rispetto al quello del Sì alla riforma targata Renzi – Boschi. È questo il dato di fondo che emerge dai sondaggi pubblicati in queste ore, gli ultimi divulgativi a norma di legge.

Una prima interessante fotografia è quella restituita da Ilvo Diamanti per Repubblica. La rilevazione Demos mostra come il 41% degli italiani sia orientato a bocciare la riforma della maggioranza, mentre i favorevoli alle modifiche alla Carta siano solo il 34%. Un vantaggio di sette punti percentuali, determinato, in particolare, dagli orientamenti delle forze politiche: “Solo fra gli elettori del Pd, infatti, il Sì risulta (nettamente) maggioritario (75%). Mentre negli altri partiti (con la parziale eccezione dell'Ncd) prevale la posizione opposta. In modo più o meno largo. Nella Lega e nel M5S, in particolare, il No è espresso dai 3 quarti degli elettori. Tra Fratelli d'Italia: dal 60% – circa”.

Simili evidenze emergono anche dal sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera: tra gli italiani che hanno espresso la volontà di recarsi alle urne, il No è in vantaggio con il 55% dei consensi, per il Sì il restante 45%. Un vantaggio di 10 punti percentuali che potrebbe essere colmato solo nel caso di una mobilitazione degli elettori indecisi (il 6,4% del campione) o intenzionati ad astenersi (il 46,5% del totale). Anche la rilevazione del Corsera mostra come sia decisivo l’apporto delle forza politiche: il 90% degli elettori del PD voterà Sì, mentre l’85% di quelli del M5S e l’87% di quelli della Lega è intenzionato a bocciare la riforma; più complessa la situazione in casa Forza Italia, con il 31% degli elettori forzasti che premierà la riforma della maggioranza di Governo.

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