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Sondaggi politici, Pd di Renzi crolla al 24%. M5s in testa, ma nessuno può formare un governo

Nel sondaggio politico di Ipr Marketing, M5s in testa col 28%. Perde voti il Pd per il “dissenso verso il segretario”. Con questi numeri “nessun partito o coalizione sarebbe in grado di formare un governo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Movimento 5 Stelle al 28,5%, Pd che crolla al 24% e Lega Nord primo partito del centrodestra al 14%. Sono questi i dati rivelati dal sondaggio di Ipr Marketing per Il Fatto Quotidiano, condotto su un campione di mille persone, riguardante le intenzioni di voto nell’ultima settimana. Una rilevazione che, secondo il direttore dell’istituto che ha condotto il sondaggio, Antonio Noto, testimonia come l’elettorato sia “sempre più polverizzato”. Questi numeri, inoltre, non garantirebbero a “nessuna forza politica di formare un governo, neppure in coalizione”.

Oltre al tracollo del Pd e al 6% che farebbe registrare, sempre a sinistra, Mdp-Articolo1, c’è da segnalare anche la situazione nel centrodestra, con la Lega che rimane di oltre due punti percentuali (14% contro 11,5%) al di sopra di Forza Italia. Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni, sarebbe intorno al 5%, superando agevolmente una ipotetica soglia di sbarramento al 3% che invece raggiungerebbe con più fatica Alternativa Popolare di Angelino Alfano.

Il Pd continua a perdere elettori, secondo il sondaggio, cedendo vari punti percentuali in pochi mesi: “Nelle settimane precedenti le primarie di aprile – spiega Noto al Fatto Quotidiano – il partito oscillava tra il 27 e il 28 per cento, ma dopo l’elezione di Renzi a segretario e l’esplodere dello scontro interno ha cominciato a scendere, stabilizzandosi tra il 25 e il 26”. Il Partito democratico è poi tornato a perdere consensi, arrivando ora sotto al 25% un dato simile a quello delle politiche del 2013, con Bersani segretario.

A influenzare gli intervistati del sondaggio ad ‘abbandonare’ il Pd sembra essere la linea degli ultimi tempi del segretario Renzi: “Chi lascia lo fa in dissenso verso il segretario”, capace comunque di avere, secondo le stime di Noto, uno zoccolo duro che corrisponde al 22% degli elettori. I cittadini delusi dal Pd, però, sembrerebbero preferire l’astensione invece di far confluire i loro voti su altri partiti. Motivo per cui il Movimento 5 Stelle non cresce e rimane intorno al 28%, proprio come negli ultimi sondaggi politici. E, allo stesso modo, non aumenterebbero i voti di Mdp-Articolo 1 che è ormai “stabilmente intorno al 6%, anche contando Giuliano Pisapia tra i suoi leader”. Rimane stabile anche Sinistra Italiana, tra il 2% e il 3%. Dati che porterebbero una eventuale coalizione rossa intorno al “10, forse anche il 12 per cento, ossia grosso modo le percentuali di Rifondazione comunista nel suo momento migliore”, commenta il direttore di Ipr.

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