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Sohaib Athar, il testimone dell’attacco a Bin Laden, racconta il raid sul suo blog

Dopo versioni ufficiale e smentite, foto taroccate e non, salta fuori la testimonianza di Sohaib Athar, il primo a dare notizia su Twitter di cosa stesse accadendo ad Abbottabad. Il programmatore risponde alle domande che tutto il mondo gli sottopone attraverso il suo blog.
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residenza bin laden

Foto, prima versione, racconto rivisitato: la cattura e l'uccisione di Osama Bin Laden sono sotto gli occhi di tutto il mondo. La Casa Bianca soltanto ieri ha rilasciato la versione ufficiale degli ultimi attimi di vita di Bin Laden sotto il cielo di Abbottabad. Sotto quel cielo c'era anche Sohaib Athar, che in pochi giorni è diventato la star di Twitter, il social network di microblogging. Sohaib Athar, meglio noto con  lo pseudonimo di Really Virtual su Twitter, passerà alla storia per essere stato il primo a dare la notizia del raid dei Navy Seals inconsapevolmente.

Un testimone diverso da quelli che si immaginano di solito: i fatti che ha "cinguettato" sul social network, infatti, non li ha visti ma soltanto sentiti come ha tenuto a sottolineare sul suo blog, che dopo il blitz  è tornato a nuova vita. Come  è comprensibile immaginare, dopo il raid Sohaib, trentatreenne programmatore informatico, da utente anonimo è diventato un contatto appetibile su Twitter: i follower si sono moltiplicati e lui a deciso di creare sul suo blog la sezione FAQ,  arcinoto acronimo di Frequently Asked Question per rispondere una volta, ma non per tutte, alle domande che gli sono piovute addosso in questi giorni. La ragione di ciò si legge nelle prime righe della pagine: "I am writing this FAQ to save everyone’s time (but especially mine), to clarify a few facts and to answer most of the (mostly redundant questions) that I am receiving via email and tweets.", ovverosia per risparmiare tempo e per farlo risparmiare anche a chi fosse interessato alla vicenda, per chiarire e rispondere alle domande che gli sono state poste in questi giorni. Ecco alcuni stralci:

Q: How does it feel to be Osama Bin Laden’s neighbor?

A: I was not Osama’s neighbor – my neighbor is a guy in the telecom industry. […]The site of the operation is about 2.5 kilometers from my home, which means there are at least a few dozen houses between my home and that place.I do not live 250m away from the site, 2.5km is 2500m.

Q: Describe what you saw during the operation?

A: I did not ‘see’ the operation, as some reports quote. I ‘heard’ what was later revealed to be the start of the operation – I did proactively gather all the rumors and facts that I could from the Abbottabad locals who were online, and tweeted them. There is a big difference between ‘seeing’ and ‘hearing’ that the media should ideally be aware of.

TRADUZIONE

D: Come ci si sente a essere il vicino  di casa di Osama Bin Laden?

R: Non sono vicino di casa di Osama- il mio vicino è un ragazzo che lavora in un'azienda di telecomunicazioni. […] Il luogo dell'operazione è istante 2,5 chilometri dalla mia abitazione, che vuol dire che ci sono circa due dozzine di case tra la mia casa e quel posto. Non vivo a 250 metri da quel posto ma a 2500 metri.

D: Decrivi cosa hai visto durante l'operazione?

R: Non ho visto l'operazione, come qualcuno ha detto. Ho sentito ciò che più tardi è stato rivelato essere l'inizio delle operazioni. Ho raccolto proattivamente tutti quelli che erano i rumori e i fatti che potevo dalle persone che erano ad Abbottabad e che erano on line, e le ho twittate. C'è una bella differenza tra vedere e sentire, e i media dovrebbero conoscerla.

twitter morte obama
I primi twitt sul raid ad Abbottabad

Successivamente il programmatore spiega di non aver sentito gli spari: 2,5 km sono una distanza troppo grande affinché questo potesse essere possibile; rivela soltanto di aver sentito degli elicotteri e poi un'esplosione . Soltanto in seguito, dopo un twitt di un altro utente si è reso conto di aver raccontato gli ultimi attimi di Osama Bin Laden in tempo reale: "Uh oh, now I'm the guy who liveblogged the Osama raid without knowing it." ovvero "Oh, adesso sono diventato il ragazzo che ha dato la notizia del raid per prendere Osama senza saperlo".

Nel lungo testo, inoltre, risponde alle domande sulle interviste e nega di aver risposto dietro compenso, confermando che sta evitando i media in ogni modo. Cionostante ci tiene a dire la sua, specialmente perchè si comincia a vociferare che il Pakistan e la sua gente proteggessero lo sceicco del terrore, a tal proposito queste sono state le sue parole: "I want to talk to them because there is too much misreporting and many distorted facts are being reported and repeated all over the world – for example, Abbottabad is not in the outskirts of Islamabad, yet it has ben called that all over the media, hence creating a mental link between the Pakistani capital city and how Osama was living in Islamabad all along." Infine termina dicendo di non sapere della presenza di Osama ad Abbottabad.

La disponibilità, o il desiderio di essere al centro dell'attenzione, di Sohaib Athar non si esauriscono dopo la pubblicazione delle FAQ che, a quanto dice, verranno aggiornate. Pertanto invita gli utenti interessati a porgergli domande tramite l' hash tag #q2rv su Twitter; insomma  i curiosi di tutto il mondo sono avvisati: Sohaib Athar regalerà presto nuovi particolari sulla vicenda.

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