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Società off-shore e paradisi fiscali: com’è facile nascondere un miliardo di dollari

Lo scandalo Panama Papers punta il faro sulle società off-shore e sui paradisi fiscali. Quanto costano, chi le usa, a cosa servono e quanto sono tollerate.
A cura di Giorgio Scura
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Società off shore e Panama Papers.
Società off shore e Panama Papers.

Lo scandalo Panama Papers sta raccontando del grande problema di chi possiede molto e non ci vuole pagare sopra le tasse: come nascondere il denaro e le proprietà al fisco. Lo strumento utilizzato, e non importa se si tratti di capitali con origine pulita o meno, sono le società off-shore. Sono imprese registrate in paesi che offrono un sistema fiscale molto vantaggioso, o per meglio dire inesistente, i cosiddetti paradisi fiscali, con un'unica condizione: le attività non devono essere esercitate sul territorio della registrazione. Per aprirle (oppure per comprarne di già attive) bastano un migliaio di euro e una connessione Internet, più complesso gestirle senza commettere reati finanziari. Lo strumento off-shore, comunque, è perfettamente legale e offre la protezione di un patrimonio, la semplificazione della burocrazia, l’ottimizzazione dei costi, e la riservatezza. Le società offshore sono usate per realizzare discretamente speculazioni spericolate, se non addirittura operazioni vietate o illecite, o per nascondere perdite di bilancio. La costituzione di off-shore all’interno dell’architettura societaria di gruppi multinazionali è un fenomeno diffuso.

A. Cos'è un paradiso fiscale

a. 1 – Elenco dei paradisi fiscali

B. Cos'è una società off-shore

b.1 – I vantaggi
b.2 – Quando costa aprire una società offshore
b.3 – Un esempio pratico per capire

C. Il gioco che spiega perché si usano le off-shore

Cos'è un paradiso fiscale

Le caratteristiche principali di un paradiso fiscale sono tre:

  • Una tassazione particolarmente bassa o nulla per i soggetti non-residenti;
  • La mancanza di scambio di informazioni con le autorità tributarie di altri Stati e la mancanza di trasparenza;
  • Il segreto bancario molto spinto.

Elenco dei paradisi fiscali

Questo l'elenco dei paesi inclusi nella black lista del ministero delle Finanze. Spesso sono Nazioni che basano la loro economia sulla presenza di capitali esteri e sulle ricche commissioni guadagnate sulle transazioni finanziarie. I Paesi non forniscono informazioni sulle società con base nel loro territorio. Senza la riservatezza, i paesi perderebbero la loro ricchezza. E sono: Alderney, Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Costa Rica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Britanniche, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Mauritius, Monserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, Monaco, San Marino, Sark, Seychelles, Singapore, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks e Caicos, Tuvalu, Uruguay, Vanuatu e Samoa.

Cos'è una società off-shore

Il significato di offshore è, letteralmente, "lontano dalla costa", quindi "al largo", e riferito alla finanza allude alla distanza geografica tra la sede legale di una società e quella in cui essa ha i suoi interessi economici. Le caratteristiche principali di una società off-shore, che per molti è diventato un termine per aumentare l' "efficienza" fiscale, sono tre:

  • Devono essere registrate come persone giuridiche all’interno delle giurisdizioni in cui sono state costituite.
  • I fondatori devono avere il proprio domicilio al di fuori delle giurisdizioni in cui le società sono state costituite.
  • La società deve effettuare l’intero della sua attività fuori della sua giurisdizione di registrazione, sarebbe considerata altrimenti come società "residente" e dunque tassata come tale.

I vantaggi di aprire una off-shore

Uno dei principali vantaggi ad aprire una società off-shore è che non si dovrà presentare rendiconti finanziari alle autorità fiscali. Ci sono alcune eccezioni come Hong Kong, Cipro, Gibilterra e il Regno Unito dove le aziende devono effettivamente presentare rendiconti annuali e sottoporli ad una revisione certificata e, in alcuni casi, pagare le rispettive tasse. L'altro è che non si dovranno pagare le tasse sul profitto nè gli interessi. Alcuni paesi (come Hong Kong o il Delaware) applicano una tassa sui profitti realizzati all’interno della giurisdizione, mentre Cipro applica una tassa flat del 10%.

Quanto costa aprire una società off-shore

I prezzi per aprire una società off-shore sono precipitati negli ultimi anni. Ci sono moltissimi siti che offrono questo servizio, dall'apertura vera e propria, alla gestione, perfino alla fornitura di un prestanome che faccia da direttore. Una società alle Isole Vergini Britanniche può costare 1.000 euro per il primo anno, 900 dal secondo in poi. Stesso prezzo per Anguilla, solo 790 euro per costituirne una alle Seychelles o in Belize. Panama, Gibilterra o le Bahamas sono poco più care. Con poche centinaia di euro in più, oltre alla società si può anche aprire un conto corrente in una di queste giurisdizioni, o in altre, da Cipro o a Saint Vincent, in Lettonia o a Hong Kong. Quello che costa è la parcella del fiscalista la cui assistenza è necessaria per gestire la società.

Un esempio: un "triangolo" e le tasse spariscono

Questo che vedremo ora è uno degli schemi più facili per eludere il fisco utilizzando società off-shore raccontato da QuiFinanza.it. Ci sono 3 soggetti: A, una società che vende scarpe con sede in Italia; B, un'azienda che produce le scarpe in Cina; C, una società filiale dell'azienda A con residenza in un paradiso fiscale tipo Panama.

Ed ecco come si realizza lo schema. Le scarpe vengono confezionate da B a un costo di 10 euro al paio e vendute in Italia a 100 euro. Se il passaggio avvenisse direttamente da B ad A, quest’ultima avrebbe un utile di 90 euro e dovrebbe pagare le tasse su questo profitto con le aliquote previste in Italia.
Ma l’impresa A costituisce una filiale C in un paradiso fiscale. Sarà quest’ultima ad acquistare il paio di scarpe da B a 10 euro e a rivenderlo a sua volta alla casa madre A a 100 euro. A questo punto l’utile di 90 euro risulta realizzato nel paradiso fiscale dove non esiste una tassazione dei profitti. In Italia non risulta alcun utile perché la casa madre ha comprato e rivende allo stesso prezzo. Quindi non ci sono tasse da pagare. In alcuni casi la vendita finale può risultare anche in perdita (per esempio se A compra da C a 110 euro) e quindi la società italiana può addirittura beneficiare di sgravi fiscali e altre forme di sostegno. Pagate da tutti i contribuenti.

Questo meccanismo del prezzo di trasferimento (o transfer pricing) tra filiali della stessa società è tra i più utilizzati per non pagare le tasse nel proprio paese di residenza. Come rileva la rivista Valori sono state registrate esportazioni da paradisi fiscali di succo di mela a 1.012 dollari al litro, secchi di plastica a 725 dollari al pezzo e spazzolini da denti a 5.600 dollari l’uno.

Stairway to tax heaven: un gioco spiega perché si usano le off-shore

Come funziona il sistema off-shore svelato dall'Icij nell'inchiesta Panama Papers: clicca sulla foto qui sotto per la simulazione interattiva scegliendo tra tre personaggi, una star del calcio alle prese con un grosso contratto pubblicitario sul quale non vuol pagare le tasse, un famoso politico, con una grossa eredità non troppo pulita, o un uomo di affari in cerca di nuovi business al limite della legalità (in inglese, francese e spagnolo).

Come funziona il sistema off-shore svelato dall'Icij: clicca per la simulazione interattiva scegliendo tra tre personaggi, una star del calcio, un famoso politico o un uomo di affari.
Come funziona il sistema off-shore svelato dall'Icij: clicca per la simulazione interattiva scegliendo tra tre personaggi, una star del calcio, un famoso politico o un uomo di affari.

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