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“So dov’è il mio cellulare rubato, ma la polizia non può fare nulla per recuperarlo”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, indignato e stupefatto per la spiacevole situazione che si è venuta a creare: gli hanno rubato il cellulare, sa dove si trova tramite il gps, ma Polizia e Carabinieri lo invitano a desistere dalla denuncia.
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, indignato e stupefatto per la spiacevole situazione che si è venuta a creare: gli hanno rubato il cellulare, sa dove si trova tramite il gps, ma Polizia e Carabinieri lo invitano a desistere dalla denuncia.

Sono Marco, un ragazzo napoletano di 20 anni e lo scorso 24 dicembre hanno rubato il mio cellulare. Mi stavo recando alla stazione, più precisamente alla Feltrinelli, quando ad un certo punto, senza che me ne accorgessi, qualcuno ha preso il mio dispositivo dal borsello. Dopo l'accaduto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di recarmi ai carabinieri di Secondigliano per fare denuncia dell'accaduto (non mi è stato possibile farlo in stazione poiché avevo dimenticato i documenti a casa). In ogni caso faccio denuncia e specifico che sul mio smartphone (un Galaxy S3 blu) avevo installato un software in grado di inviarmi informazioni vitali in caso di furto (praticamente nel caso in cui i rapinatori si fossero collegati ad internet, pur avendo formattato il dispositivo, avrei potuto ricevere informazioni in merito, per esempio, alla loro posizione). Dopo averlo fatto presente anche nella denuncia, il carabiniere mi ha chiesto di chiamare la polizia non appena avrei avuto notizie in merito in modo tale da farli agire immediatamente. La sera del 24 dicembre stesso, alle ore 23.40 circa, dal sito del software (dal quale mi sono loggato) sono riuscito a recuperare informazioni in merito alla posizione del mio cellulare: avevo praticamente la via con tanto di numero civico con un accuratezza del raggio di circa 22m.

"Chiamo la Polizia, ma…". La prima cosa che faccio è chiamare la polizia, i quali mi dicono di non potere agire perché non avrebbero potuto in quel momento dato che, secondo un loro parere, sarebbe dovuto essere compito dei carabinieri, così chiamo anche loro. Sfortunatamente nemmeno loro si decidono ad agire dicendomi che se avessero avuto almeno un indirizzo ip la cosa sarebbe stata di certo più sicura ma dal momento che l'unica informazione che avevo era "solo" una via… che cosa avrebbero mai potuto fare loro? Stanco della situazione ritorno nuovamente nella centrale di Secondigliano (a quell'ora ero riuscito a risalire addirittura all'indirizzo ip dei malviventi) per fare un ampliamento della denuncia. Il carabiniere rimasto un po' interdetto per la risposta della polizia e dei carabinieri stessi, mentre amplia la mia denuncia, provvede a chiamare il suo superiore. Finita la telefonata mi guarda un po' adirato e mi dice: "Anche se non sono d'accordo con il mio superiore devo provvedere ad eseguire gli ordini: la denuncia va inviata alla centrale dei carabinieri di Borgo Loreto, la quale, poiché facente parte della zona in questione, provvederà a riprendere il suo cellulare". Torno a casa e il giorno successivo non ricevendo alcuna chiamata chiamo la centrale di Borgo Loreto. Un carabiniere, abbastanza scocciato della telefonata, mi dice, senza nemmeno verificare che la mia denuncia fosse esistente, che i tempi per queste cose erano "biblici" e che attualmente non avevano nemmeno le pattuglie da inviare sul posto. Gli spiego che fino a quel momento tutto quello che c'era da fare l'avevo fatto io e che, arrivato a quel punto, non riuscivo più a capire quale fosse il loro ruolo. In più gli preciso che dal mio computer di casa non ero di certo in grado di risalire al nome e cognome dei malviventi dall'indirizzo ip che avevo, dato che la Telecom, per una questione di privacy credo, copre ovviamente i dati sensibili dei suoi utenti. Il carabiniere, dopo aver ascoltato quest'ultima chicca, mi dice addirittura che per questo tipo di operazione, per via delle feste in corso, sarebbero dovuti passare dei mesi.

"Perché nessuno agisce?". Decido di denunciare la centrale dei carabinieri di Borgo Loreto dato che era, secondo anche quella di Secondigliano, l'unica a dover agire (date le vicinanze al luogo nel quale si trova il mio cellulare). Mi reco in una stazione di Polizia per parlare con un commissario il quale mi ripete che i tempi sono realisticamente biblici ma che una mia azione del genere, non fatta nel modo giusto, si sarebbe potuta ritorcere contro di me e che quindi avrei dovuto prima chiedere consiglio ad un avvocato. Mi ha fatto, da una parte un po' pena, dall'altra tenerezza perché cercava un po' a tutti i costi di difendere il suo lavoro anche se alla fine sono riuscito a fargli ammettere, dopo circa un'ora di conversazione, che sia polizia che carabinieri avrebbero dovuto agire all'istante. Quindi ricapitolando: so dov'è il mio cellulare ma nessuno agisce per recuperarlo. Se solo non dovessi rischiare la mia vita per prenderlo ci andrei subito ma mi dico: perché mai dovrei andarci io?

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