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Siria, razzi su un ospedale ad Aleppo. Almeno 19 morti, anche bambini

L’ospedale Al-Dabbeet, nel quartiere di Muhafaza di Aleppo, è stato raggiunto questa mattina dai missili dei ribelli.
A cura di Davide Falcioni
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Una nuova strage di civili innocenti nella tragedia della guerra che da cinque anni insanguina la Siria. Dopo il bombardamento su un ospedale di Medici Senza Frontiere della scorsa settimana – l'ennesimo raid che ha colpito l'Ong dall'inizio del conflitto – ancora una volta una struttura sanitaria è stata presa di mira: si tratta dell'ospedale Al-Dabbeet, nel quartiere di Muhafaza di Aleppo, raggiunto questa mattina da missili esplosi dai ribelli. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 19 morti accertati e almeno cinquanta feriti. Tra le vittime ci sarebbero anche dei bambini.

Stando a quanto riportano fonti siriane, da stamattina le fazioni islamiche ostili al regime di Al Assad hanno intensificato il lancio di razzi contro diversi quartieri della città di Aleppo sotto il controllo delle forze governative. L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha rivelato che i missili hanno preso di mira il nuovo e il vecchio quartiere della città, e i distretti di Yamiat al Zahrá, Masaken al Sabil, Al Mokambo, Al Jalediya, Al Mashreqa e Al Ashrafie, e le strade di Tishrin e Al Nil, la piazza di Sadalá al Yaburi e le zone intorno alla moschea di Al Rahman.

La scorsa settimana bombardato l'ospedale di Medici Senza Frontiere ad Aleppo

La notizia dell'ennesimo attacco in ospedale è immediatamente rimbalzata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove il segretario generale Ban Ki-moon ha ricordato che oltre 730 membri del personale medico sono stati uccisi dall'inizio della guerra in Siria. "Questo Consiglio deve fare qualcosa in più che condannare questi attacchi – ha aggiunto – deve usare la sua influenza per porvi fine". "Anche le guerre hanno delle regole, è il momento di farle rispettare", ha aggiunto. In effetti è non poco allarmante l'incremento di attacchi indirizzati a strutture sanitarie come quello della scorsa settimana hanno preso di mira l'ospedale al-Quds di Aleppo, gestito da Medici Senza Frontiere. Tra le oltre 50 vittime accertate anche Mohammed Wasin Moaz, l’ultimo medico specializzato in pediatria che operava nella città controllata dai ribelli.

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