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Siria, miliziani dell’Isis torturati perché sorpresi a fumare una sigaretta

Frustate e calci in testa a un gruppo di combattenti sorpresi dai gerarchi militari a fumare una sigaretta.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo video è stato diffuso nelle ultime ore dai leader dello Stato Islamico: mostra alcuni comandanti militari punire brutalmente decine di miliziani, colpevoli soltanto di essere stati sorpresi con una sigaretta in bocca. I combattenti vengono ripetutamente presi a calci sulla testa e frustati con delle cinghie.

Stando a quanto rivela il quotidiano Russia Today, tra i primi a diffondere la notizia, tra le ferree norme imposte dallo Stato Islamico c'è anche il divieto assoluto di fumare sigarette, attività considerata "contraria ai precetti dell'Islam" e figlia della cultura occidentale. Diverse sono le punizioni impartite ai trasgressori, tutte molto dure: la prima volta che si viene sorpresi la pena è di 40 frustate sulla schiena; la seconda qualche giorno di prigione; qualora si venga sorpresi per la terza volta al trasgressore viene impartita una pesante sanzione economica e una deportazione – per un breve periodo di tempo – in un campo di prigionia.

Le punizioni impartite dal Califfato nei territori sotto il suo diretto controllo sono note ormai da tempo: nei mesi scorsi fecero discutere molto le esecuzioni ai danni di uomini accusati di omosessualità, che sono stati gettati da una torre ed uccisi. A febbraio un altro video mostrò una decapitazione di un uomo con una sigaretta in bocca. Altri filmati hanno documentato la lapidazione di donne accusate di adulterio mentre l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha denunciato persino crocifissioni nei pressi di Raqqa, nel nord della Siria. Un recente dossier delle Nazioni Unite ha documentato come numerose donne siano state sottoposte a decine di interventi chirurgici rudimentali atti a ripristinarne la verginità sessuale. Zainab Bangura, inviata speciale dell’Onu per le violenze sessuali nelle zone di guerra, ha raccontato di ragazze operate fino a 20 volte in anestesia locale per ricucire, con normali punti di sutura, l'imene. Le donne venivano poi sposate e violentate nuovamente dai miliziani dell'Isis.

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