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Siria, è emergenza umanitaria: 70 mila profughi in fuga da Aleppo

Uomini, donne e bambini in marcia, in migliaia, verso la Turchia che ha chiuso i confini. Fuggono dai raid russi e dai combattimenti tra ribelli e forze governative, che combattono da giorni.
A cura di Biagio Chiariello
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Mentre la Russia accusa la Turchia di aver occupato militarmente il territorio siriano, ad Aleppo sta andando in scena un vero e proprio dramma umanitario: un enorme flusso di profughi, settantamila secondo Ankara, si sta dirigendo verso il confine turco-siriano. La televisione panaraba Al Jazeera ha diffuso le immagini decine di migliaia di civili siriani in fuga da una regione a nord di Aleppo per mettersi in salvo dall’ondata di raid russi e dai combattimenti tra ribelli e forze governative, che vanno avanti da diversi giorni.

Secondo gli attivisti locali soltanto ieri sono morte 37 persone nei sobborghi a nord di Aleppo. Ieri il premier turco Ahmet Davutoglu ha puntato il dito contro i “crimini” del regime di Bashar al-Assad e della Russia. Mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg lancia accuse nei confronti della politica militare di Mosca: "Gli intensi attacchi aerei russi, che colpiscono soprattutto le truppe di opposizione in Siria, stanno minando gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto", ha detto Stoltenberg. "Inoltre – osserva – il rafforzarsi dell'attività aerea russa in Siria crea un aumento delle tensioni e violazioni dello spazio aereo turco. Questo crea rischi, forti tensioni”.

Secondo le Nazioni Unite ci sarebbero almeno 20mila siriani bloccati alla frontiera con la Turchia, in fuga dall'avanzata delle truppe del regime verso Aleppo. "Si stima che circa 20mila persone siano al posto di frontiera di Bab al-Salama e altre 5-10 mila si trovino nei pressi della città di Azaz", ha dichiarato Linda Tom, portavoce dell'Ufficio per il coordinamento delle questioni umanitarie. Altri 10mila siriani si troverebbero nella città curda di Afrin, a nord di Aleppo dove si trova un campo profughi "e si sta lavorando per espanderlo".

E la situazione non sembra destinata a migliorare. "La Russia non sta rifuggendo le vie diplomatiche o politiche per risolvere il conflitto in Siria, mentre continuerà a fornire assistenza militare al governo di Damasco", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Stiamo facendo sforzi significativi all'interno della cornice internazionale per cercare una soluzione pacifica e politica alla situazione, fornendo allo stesso tempo sostegno alla legittima leadership" del presidente Bashar al Assad.

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