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Sicilia: mille dipendenti del 118 assunti e pagati per non lavorare

Mille addetti assunti per non lavorare, con uno spreco di 25-30 milioni di euro l’anno. È accaduto in Sicilia, dove il 118 aveva bisogno di 2.400 autisti per le sue ambulanze, ma nel luglio del 2010 ne furono assunti 3.350 senza concorso. Sulla vicenda indaga la Corte dei Conti.
A cura di Susanna Picone
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Un altro scandalo scuote la Regione Sicilia: sotto inchiesta questa volta è finito l'ente che gestisce il servizio sanitario d'emergenza nel quale ci sarebbero oltre mille dipendenti pagati regolarmente per non lavorare. Sulla vicenda, ricostruita da Il Corriere della Sera, indaga la Corte dei Conti. Secondo i magistrati per garantire il servizio di soccorso per ventiquattro ore, per le 256 ambulanze siciliane, bastavano 2.400 dipendenti, ma nel 2010 ne furono assunti senza concorso 3.350. Circa mille addetti in più, dunque, rispetto alle reali necessità. Persone assunte per non lavorare ma pagate regolarmente. Questo accadeva sotto il governo di Raffaele Lombardo e lo spreco di denaro pubblico è stato valutato tra i venticinque e i trenta milioni di euro all'anno. Secondo quanto ricostruito, questa situazione si è resa possibile quando, a partire dal 2010, la Regione Sicilia ha deciso di sollevare dall'incarico la Croce Rossa dal 118 per affidarlo ad una società pubblica costituita da varie aziende sanitarie.

Lo scandalo al centro dell’inchiesta della Corte dei Conti

Come scrive il Corriere, negli stessi giorni l’ex magistrato della Procura di Palermo scoprì dall’Avvocatura dello Stato cui aveva chiesto un parere che doveva essere la regione Sicilia a pagare i 50 milioni di euro di straordinario che i  dipendenti della Croce rossa reclamavano. Questo perché tutti avevano un contratto part time e il loro monte orario complessivo non bastava a tenere sempre attive le ambulanze. Per anni dunque invece di aumentare l’orario di lavoro ordinario settimanale di ognuno di loro si era ricorso all’uso massivo dello straordinario meglio remunerato. L’assessore pensò quindi di chiedere ai dipendenti di rinunciare alle remunerazioni degli straordinari in cambio di una assunzione nella nuova società pubblica con contratto full time e salari più alti. Prima di questa vicenda la gestione del servizio di emergenza siciliano era già finita alla attenzione della Corte dei Conti per i provvedimenti grazie ai quali il numero delle ambulanze era passato quasi al doppio, in due occasioni, ma sempre alla vigilia di tornate elettorali.

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