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Si addormenta con la sigaretta accesa e muore asfissiato in una camera d’ospedale

L’uomo era ricoverata nel l reparto di psichiatria dell’ospedale Alto Vicentino.
A cura di D. F.
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Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo nell'ambito della morte di Eugenio Carpenedo, 63 anni di Schio, morto per asfissia poco prima dell’alba di venerdì 24 marzo nella sua camera singola del reparto di psichiatria dell’ospedale Alto Vicentino: l'uomo si sarebbe addormentato con una sigaretta accesa e sarebbe deceduto per aver inalato troppo fumo. Sotto inchiesta sono finiti i tre addetti al servizio notturno nel reparto, che avevano il dovere di vigilare sul paziente: dovranno spiegare come mai avrebbero atteso una mezzora dallo scattare dell’allarme antifumo (alle 4.30) alla chiamata al 115 (alle 5).

Gli inquirenti, in particolare, stanno cercando di capire se la porta della stanza dove è morto Eugenio Carpenedo fosse o meno chiusa a chiave dall’esterno, circostanza che avrebbe impedito una possibile via di fuga del paziente che era tabagista. Secondo il personale la stanza non era chiusa a chiave. Le telecamere di videosorveglianza interne dovrebbero aver registrato ogni mossa dell’intervento da parte del personale: le immagini sono al vaglio degli inquirenti. Nelle stanze di degenza è vietato fumare e nel reparto di psichiatria ne è stata predisposta una apposita per i fumatori che all’uscita devono consegnare sigarette e accendini al personale ospedaliero. Eugenio Carpenedo era riuscito a portare in camera sigarette e un accendino, e come mai ciò sia successo è un altro elemento da valutare. Il pm Chimichi domani dovrebbe decidere se disporre l’autopsia sulla vittima anche se sembra chiara la morte per asfissia perché la salma presenta ustioni superficiali.

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