Shopping e massaggi durante lavoro, indagato un terzo dei dipendenti comunali di Milazzo
C'era chi se ne andava tranquillamente al bar ma anche chi preferiva dedicarsi allo shopping o faceva una visita al centro massaggi e chi addirittura andava regolarmente ad allenare la squadra di basket, il tutto sempre durante l'orario di lavoro. È il nuovo scandalo dei furbetti del cartellino che questa volta ha messo nei guai 59 dipendenti del comune di Milazzo, in provincia di Messina, vale a dire circa un terzo di tutti i dipendenti del comune. Tutti sono stati denunciati con l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico e nei loro confronti il Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto l’obbligo di firma.
Le misure cautelari sono scattate al termine di un lunga indagine ribattezzata “Libera uscita” e svolta dai militari della Guardia di Finanza che, in diversi mesi e grazie alle telecamere piazzate nel palazzo comunale e ai pedinamenti, sono riusciti a ricostruire tutti gli spossamenti dei dipendenti. Il meccanismo purtroppo era sempre lo stesso già tristemente famoso per altri scandali venuti alla luce in altre parti d'Italia. I dipendenti comunali a piccoli gruppi infatti si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse il cartellino per tutti gli altri, che ne profittavano per assentarsi dal lavoro e svolgere commissioni personali.
Tra di loro c'era chi trascorreva molto tempo al bar, altri invece preferivano fare shopping nei negozi del centro, alcuni arrivando addirittura a farsi segnare ore di straordinario quando invece erano completamente assenti dal lavoro. Nessuno di loro sembra avesse paura dei controlli, del resto un funzionario dell’ufficio per i procedimenti disciplinari è stato beccato mentre andava in un centro di terapia per una seduta di massaggi.