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Sequestro Iuventa: dal giallo della chat su Whatsapp ai presunti contatti coi trafficanti

Dalle carte della Procura di Trapani che indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina stanno emergendo diversi nuovi elementi sulla spinosa vicenda.
A cura di Biagio Chiariello
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La nave Iuventa, sequestrata insieme a tutti i pc alla Ong tedesca Jugend Rettet, ha lasciato Lampedusa con a bordo quattro uomini della Guardia costiera e in giornata  arriverà nel porto di Trapani. Intanto emerge nell'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina sarebbe stati utilizzati investigatori sotto copertura. In particolare, uno avrebbe lavorato sulla nave Vos Hestia che opera per conto di Save the Children. È rimasto a bordo per quaranta giorni a bordo dell’imbarcazione per quella che ha definito “l’esperienza più impegnativa, ma anche più emozionante della mia carriera”. E adesso rivendica con soddisfazione di essere riuscito a “documentare con foto e video i contatti tra l’equipaggio della Iuventa e i trafficanti”.

Secondo quanto emerge dalle carte dell'inchiesta di Trapani, gli operatori della Iuventa avrebbero consentito a persone che operavano al confine delle acque territoriali della Libia di recuperare tre barconi adoperati dai migranti per la partenza dalle coste nordafricane, una delle quali riutilizzata il 26 giugno per un'altra partenza. L'agente sotto copertura ha scattato alcune foto che documentano come una piccola imbarcazione (Rhib) della Iuventa abbia trainato verso le coste libiche le tre imbarcazioni lasciandole alla deriva. Imbarcazioni che sarebbero state poi recuperare da chi ha organizzato altri ‘viaggi della speranza’. Nelle riunioni operative sui salvataggi invece, evidenziano gli inquirenti, si raccomanda chiaramente a chi interviene (sia militari che ong) di rendere inutilizzabili i natanti utilizzati per il trasporto dei profughi.

E sempre dalle carte della procura compare poi una misteriosa chat su Whatsapp a cui partecipavano i team leader delle Ong. In particolare, alcuni messaggi visti da alcuni componenti dell'equipaggio di Save the Children fanno emergere qualche sospetto:  "Loro vogliono sapere se hanno contatti diretti e il guadagno che hanno facendo questa cosa qua", "Io gli ho detto: c'era una community, una chat, una cosa del genere… so che c'era però a me non mi hanno mai permesso neanche di vedere chi ne facesse parte… non ho mai visto il comandante vedere quella chat, so che ce l'aveva e arrivava sul telefono dei team leader di Save the Children". E ancora: "Certo! Ma non ti hanno chiesto la stranezza del fatto che noi ci recavamo nel posto e trovavamo il gommone?". "A me hanno chiesto come andavamo. Io gli ho detto: 1) era la Capitaneria che ci mandava 2) alcuni si incontravano per la strada perché c'era un periodo che c'era sempre pieno 3) arrivava sta chat e noi andavamo perché arrivava la segnalazione in sta chat".

La polemica sul sequestro della Iuventa continua. "Il sequestro della Iuventa non è altro che una banale manovra di ricatto con la quale il governo italiano vuole forzare le Ong a firmare un accordo-bavaglio che viola il diritto internazionale", dice Ulla Jelpke, portavoce della Linke sul sequestro della nave. Contro la decisione si esprime anche la capo gruppo dei Verdi al parlamento tedesco, Katrin Goering-Eckardt che, insieme alla collega di partito e portavoce per la politica sui migranti, Luise Amtsberg, evidenzia come le Ong in questi anni abbiano salvato decine di migliaia di persone e per questo meritino "rispetto e solidarietà". Sia Linke che Verdi fanno proprie le dure critiche dell'associazione Pro-Asyl, che accusa apertamente il governo italiano di "violazione del diritto internazionale".

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