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Sequestrati a Scajola dossier sui rivali politici, l’ex ministro accusato di ricettazione

I documenti sono stati ritrovati nel corso di una perquisizine nella villa dell’ex ministro. Lui si difende dichiarandosi “avvilito per il nuovo avviso di garanzia”.
A cura di Antonio Palma
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Claudio Scajola ha ricevuto un avviso di garanzia per ricettazione dopo che nel corso di una perquisizione, avvenuta la settimana scorsa nella sua villa e nell'ufficio di Imperia, sono stati trovati una serie di documenti dei servizi segreti e materiali riservati del ministero degli Interni. Tra i vari documenti trovati dagli agenti c’erano anche quelli relativi a una denuncia di un privato nei confronti di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, e un'informativa dei carabinieri di Imperia su un ex parlamentare pdl, Eugenio Minasso. La scoperta dei plichi è avvenuta quasi per caso in quanto la perquisizione riguardava un'inchiesta della Procura di Imperia per finanziamento illecito e abusi edilizi. I materiali ritrovati si riferiscono soprattutto al periodo fra il 1998 e il 2002, quando Scajola era ministro degli Interni. Il pubblico ministero ritiene che i documenti siano tenuti illecitamente dall’ex Ministro e per questo ha deciso di indagarlo per ricettazione. Il magistrato ha fatto sapere inoltre che per una parte dei documenti il reato ipotizzato è appropriazione indebita aggravata per cui è competente Roma e quindi molto probabilmente l’inchiesta si sdoppierà.

Scajola, intanto si dice avvilito per quanto gli sta accadendo e dichiara di non aver raccolto alcun dossier. “È una persecuzione nei miei confronti. Tutto falso, basta fango su di me. Quelle su Minasso sono due pagine fotocopiate di una annotazione dei carabinieri di Imperia che è stata rinvenuta poco tempo fa nella cassetta della posta del mio ufficio” ha dichiarato l’ex ministro. Scajola smentisce anche di aver preparato dossier su Silvio Berlusconi, chiarendo che presso la sua residenza "è stata sequestrata copia di un atto pubblico di un procedimento penale. Non vi era nulla di riservato, proprio perché si trattava di un procedimento in corso”. Scajola afferma inoltre che la maggioranza dei documenti trovati nella sua abitazione erano presenti negli scatoloni che  segreteria e  uscieri hanno preparato quando lui ha lasciato il Ministero.  “I documenti in mio possesso sono in copia e sono stato autorizzato a detenerli” ha spiegato Scajola dicendosi sicuro che “questa vicenda come le altre finirà in una bolla di sapone”.

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